Chissà se i ragazzi premiati sulla passerella del salone degli Incanti triestino avranno pensato, almeno per un istante, “è tutto vero o sto sognando?” per poi prendere il controllo del sogno in questione e rendersi conto che, invece, era tutta realtà. Tema dell’edizione numero 13, quella fortunata, di Its, concorso di moda, gioielli e accessori che si è tenuto lo scorso weekend nel capoluogo friulano, è stato proprio il ‘lucid dream’, il sogno lucido.
“Poter incidere sui sogni attraverso la propria volontà – ha spiegato a PambiancoTv Barbara Franchin, l’ideatrice del contest – e sognare ciò che si vuole: un avvenimento potentissimo. Questo è il nostro sogno lucido in cui raccontiamo il sogno lucido di tante altre persone: lo trovo il modo più romantico che avevamo per parlare dei nostri 40 finalisti”. “Ogni anno è una scommessa, specie per quanto riguarda i budget che fanno sì che Its possa esserci. Ma anche questa volta, siamo qui”, ha aggiunto.
Se possibile, Its quest’anno ‘c’è stato’ ancora più degli anni passati. C’è stato nei numeri (un montepremi complessivo di circa 100mila euro), nella caratura dei membri della giuria (solo per fare qualche nome, a giudicare i talenti erano presenti l’imprenditrice Deanna Ferretti, il direttore del design di Céline Johnny Coca e persino la star della canzone Mika) e nell’entusiasmo dei talenti in gara. A benedire il concorso quest’anno è arrivata anche la Camera nazionale della moda italiana che, dopo anni di mera presenza, da questa edizione ha deciso di metterci la faccia (e i soldi): 2.500 euro al vincitore dell’award messo in palio da Cnmi e uno stage di sei mesi da Trussardi.
L’ingresso come parte attiva da parte dell’organismo del fashion italiano arriva nell’anno del nuovo CEO dell’associazione Jane Reeve. Presente a Trieste in prima fila e in passerella per premiare la stilista Natalija Mencej, la manager ha rimarcato l’impegno della Camera “per sostenere i giovani e aiutarli a capire se hanno le gambe per entrare nella moda”, e ha svelato: “Tra una settimana è in agenda la prima riunione dell’advisory board dedicato espressamente al talento: da una parte professionisti di diversi settori, dalle banche al retail, dall’altra i giovani stilisti. Speriamo di capire come aiutarli, per portarli per mano con un supporto vero e concreto”.
Intanto, a Trieste hanno sfilato giovani che sembrerebbero davvero avere bisogno soltanto di una mano ‘concreta’, visto il livello decisamente alto della creatività espressa nelle collezioni. 250 scuole, 1200 proposte, soltanto 40 finalisti giudicati in forma anonima dalla giuria, senza che durante l’analisi dei portfolio si sapessero i nomi o l’istituto di provenienza degli stilisti. Tuttavia, “il meccanismo di selezione ‘blind’ ha portato alla ribalta le stesse nazionalità (principalmente giapponesi e coreane, ndr) e le stesse scuole (soprattutto inglesi, ndr) che hanno trionfato gli scorsi anni, a conferma del fatto che il talento parla da solo. Come diceva Foucault ‘l’autore dev’essere morto’, il libro parla da sé e così anche il lavoro di uno stilista”, ha commentato Anna Orsini, arrivata direttamente dalla sede londinese del British Fashion Council per cui si occupa delle iniziative internazionali.
A sbancare il concorso sul fronte moda sono state due ragazze inglesi, Katherine Roberts-Wood, che si è aggiudicata un premio da 15mila euro per la realizzazione di una nuova collezione da presentare fuori concorso a Its 2015 (oltre ad aver ricevuto anche il premio Vogue Talent), e Zoe Waters, che si è portata a casa 25mila euro e uno stage di 6 mesi presso il Diesel Creative Team nel quartier generale della società a Breganze (Vi). Renzo Rosso, partner di Its fin dagli inizi, alla sfilata sedeva tra le prime file, insieme al direttore creativo di Diesel Nicola Formichetti e agli altri partner del concorso, come Swarovski e Swatch.
Quanto agli accessori, Ykk è giunta al nono anno di collaborazione con il concorso e per questa edizione ha addirittura raddoppiato i premi. L’azienda specializzata nella produzione di ogni tipo di chiusura ha conferito l’Ykk Award (10mila euro e un’intervista nel numero di ottobre del magazine Dazed&Confused) alla giovane promessa serba Ivana Damjanovic, e l’Ykk Special Award al giapponese Takafumi Arai, che si è distinto per una collezione di calzature senza cuciture. “Dal weekend triestino arrivano input e idee che ci impressionano ogni volta, come gli occhiali con la zip che hanno trionfato lo scorso anno”, ha confidato Marco Grandi, sales manager di Ykk Italia. “Senza considerare il fatto che la reputazione del nostro gruppo e la sua percezione a livello di fashion e creatività è molto migliorata anche grazie alla nostra partecipazione al concorso”.
La collezione eyewear con la zip, adesso, è già in commercio, e la strada del business in proprio la sta intraprendendo anche Han Chu Lee, giovane coreano vincitore della scorsa edizione, quest’anno in passerella con la linea realizzata grazie al premio ricevuto nel 2013. Gli ospiti hanno applaudito con convinzione quasi a ogni look, dimostrando di apprezzare i trend di questa edizione. “Trionfa l’idea di abito come protezione, come fosse una sorta di scudo intorno a un corpo di cui è difficile distinguere il genere”, ha commentato il giornalista e giurato Angelo Flaccavento. “In generale, mi sembra ci sia la tendenza a fare una rivoluzione silenziosa: in gara non c’erano collezioni platealmente teatrali come è avvenuto in passato, ma proposte innovative soltanto a uno sguardo più approfondito”. Anche per fare dei bei sogni, c’è bisogno di silenzio. E l’augurio, per Its e per i giovani che lo affollano a ogni edizione, è di non svegliarsi mai.