Durante la recente edizione di Milano Moda Donna (18-23 febbraio) è stata inaugurata la mostra ‘Memos. A proposito della moda in questo millennio’, allestita presso il Museo Poldi Pezzoli in via Manzoni, a pochi passi dal teatro La Scala. La retrospettiva, tra le poche dedicate alla moda in Italia, vuole favorire una serie di riflessioni sul fashion contemporaneo prendendo spunto dalle ‘Lezioni Americane’ che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere nell’autunno del 1985 all’Università di Harvard. Purtroppo Calvino morì improvvisamente nel settembre dello stesso anno, ma la moglie Esther decise di pubblicarne le tracce scritte. Il titolo dato dallo scrittore era ‘Six memos for the next millenium’, da qui il titolo della mostra ideata e curata da Maria Luisa Frisa che ha coinvolto Judith Clark per l’exhibition making e Stefano Tonchi con un progetto visuale.
“‘Memos’ è una mostra che ha un luogo designato perché vuole ricordare la mostra ‘1922-1943: Vent’anni di moda italiana’, allestita presso il Poldi Pezzoli nel 1980 a cura di Grazietta Butazzi, che aveva come sottotitolo ‘Per un museo della moda italiana’. Secondo me era molto importante riaccendere una luce su questo luogo e sulle occasioni mancate del museo della moda in Italia, un’istituzione che sicuramente manca in questo momento in cui la cultura della moda è uno dei volani principali rispetto all’importanza della moda come piattaforma culturale delle discipline della contemporaneità”, ha spiegato Frisa a Business of Milan.
“Quali sono i valori della moda che permangono in questo millennio? – si chiede la curatrice -. Una moda esplosa negli anni 80 e che adesso è diventata uno dei sistemi più potenti sia a livello comunicativo che economico e culturale. Qual è la scientificità della moda in questo millennio? Quali sono le pratiche progettuali degli autori della moda adesso? Quali sono le permanenze di quello che è stata la moda alla fine del secolo scorso? La mostra si pone molte domande, ma non vuole dare delle risposte precise, anzi vorrebbe che le domande stimolassero negli altri ulteriori domande e risposte diverse dalle nostre”.
Interrogata sulla necessità di istituire a Milano un museo dedicato alla moda, Frisa non ha alcun dubbio: “Il museo è importante perché è luogo di identità di una Nazione, soprattutto in un momento in cui l’Italia rischia di perdere la sua centralità nel sistema moda, diventando solo produttori in un momento in cui i nomi della moda italiana non sono più italiani. È necessario ricostruire una linea italiana della moda, ricordare perché siamo importanti all’interno di un sistema globale i cui autori provengono da tutte le parti del mondo e l’Europa non è più rilevante come un tempo”. Le fa eco Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana: “Sarebbe bello avere un luogo di riferimento forte. Milano è la capitale della moda in Italia e nel mondo, merita di avere uno spazio dedicato alla moda”.
‘Memos. A proposito della moda in questo millennio’, è stata realizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli e il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di Ice Agenzia e del Comune di Milano con la partecipazione di Tendercapital. La mostra ospita creazioni di nomi storici del fashion system italiano tra cui Armani, Versace, Moschino, Valentino, Salvatore Ferragamo, Marni, Prada, Fendi, Gucci, Giambattista Valli e Moncler. Presenti anche abiti di Maison Margiela, Chanel, Randon Identities, Loewe, Balenciaga, Burberry e Dior. Sono esposti anche alcuni indumenti realizzati dagli esponenti della new wave milanese Gabriele Colangelo, Arthur Arbesser, Fausto Puglisi, Msgm e Marco de Vincenzo. Grazie alla collaborazione del Comune di Milano-Raccolte Storiche, Costume Moda Immagine di Palazzo Morando sono presenti anche alcuni abiti esposti nel 1980 in occasione della rassegna curata da Butazzi. La mostra resterà aperta fino al 4 maggio 2020.