ALV, l’acronimo di Andare Lontano Viaggiando, è il brand con cui lo stilista cuneese Alviero Martini si è ripresentato al panorama italiano della moda. La nuova società, costituita nel 2008, ha il suo quartier generale nello showroom di Piazza San Babila realizzato da Fabio Novembre, ed è proprio qui che Alviero Martini ci racconta le mete del suo ennesimo viaggio.
Nel 2008 il signor Alviero Martini ha cominciato un nuovo percorso. Come nasce ALV?
Per la verità non ho cominciato nel 2008, ma nel 2006. I due anni che hanno preceduto la costituzione del marchio infatti, sono stati un periodo di indagine di mercato, di ricerca e di analisi. Poi, nel 2008, abbiamo preso una location di prestigio nel pieno centro di Milano e a quel punto abbiamo ufficializzato il lancio del marchio con una società, la ALV s.p.a.
E ha fatto realizzare lo showroom da Fabio Novembre…
La scelta di Fabio Novembre nasce soprattutto da una stima per il suo lavoro. Nel 2000 mi trovavo a New York e mi era capitato di vedere un negozio realizzato da lui che mi aveva molto affascinato, perchè riusciva a coniugare contemporaneità e modernità con la tradizione. Perciò, quando ho trovato la location di Piazza San Babila 5 ho immediatamente pensato a lui e così abbiamo iniziato la collaborazione.
Come avete sviluppato il progetto?
In una sintonia che definirei quasi straordinaria. Avevo comunicato a Fabio Novembre che mi sarebbe piaciuto avere uno showroom che ricordasse il concetto di fisica quantistica, argomento che mi interessa molto. Quindi che raffigurasse l’atomo, l’energia e le molecole. Lui ha sviluppato questo tema con indicazioni e suggerimenti, ed in pochissimo tempo mi ha presentato un progetto credibile e realizzabile. In poco più di un mese questo team ha realizzato l’opera, un capolavoro della manodopera italiana. Le aziende che ci hanno seguito hanno utilizzato la pietra acrilica, modellata e lavorata in loco, in modo tale da adattarla perfettamente agli spazi dello showroom.
Qual è la filosofia alla base del marchio ALV?
E’ il concetto del viaggio, che è poi il mio codice genetico. Non solo per la precedente esperienza, ma perchè caratterizza tutta la mia vita, così come descritto nella mia autobiografia: “Un sogno, il mondo in valigia”.