Archiviato un 2021 in crescita del 18,7% sull’anno precedente, il calzaturiero italiano si lascia alle spalle un primo semestre 2022 a +14,5 per cento. A diramare i dati, ottenuti in collaborazione con il Centro Studi di Confindustria Moda, è Assocalzaturifici, che ieri ha tagliato il nastro di Micam, il salone dedicato alla calzatura tricolore e promosso dall’associazione di categoria. Tre giorni, dal 18 al 20 settembre, che si inseriscono nel palinsesto delle manifestazioni milanesi della fashion industry presso Rho Fieramilano. Sullo sfondo, però, le criticità dello scenario macroeconomico, che rischiano di rallentare la corsa verso la ripresa.
“Teniamo presente che nel 2019 il fatturato era di 14,7 miliardi. Nel 2021, dopo due anni di pandemia, era sceso a 12,3 miliardi. Un netto distacco, quindi, ma con un margine di miglioramento – ha spiegato a Pambianconews Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e Micam -. Nel 2022 la partenza è stata molto positiva, con un +13,8% sul valore, che dava davvero segnali di ripresa. La guerra tra Russia e Ucraina (-30% in valore l’export nei due mercati, con un -46% dall’inizio della guerra) ha comportato delle serie difficoltà, soprattutto per alcuni comparti, ma noi dobbiamo guardare avanti”.
È un quadro denso di complessità quello delineato dalla presidente di Assocalzaturifici, al momento subentrata a Siro Badon, ma con inequivocabili segnali di recupero. Prosegue Ceolini: “Abbiamo altri mercati che hanno un segno più davanti: le vicine Francia e Germania, che hanno registrato un 23% del valore, l’America, che grazie al cambio favorevole è arrivata a +65 per cento. Giappone e Cina sono rimasti a +15%, a causa dei lockdown che di aprile e maggio che non gli hanno consentito di avanzare oltre; e poi c’è il Kazakistan a +53%, anche. Tutto sembra spingere a tirare un sospiro di sollievo, perché noi comunque con il nostro ‘bello e ben fatto’ che andiamo a vendere nel mondo vogliamo cominciare a intravedere un po’ di positività, la luce in fondo al tunnel”.
Aggiungendo: “Sicuramente la guerra, i rincari di gas, energia e materie prime non hanno aiutato. Tutto è diventato più complicato ma noi andiamo avanti”. Con queste premesse ha preso il via la 94esima edizione di Micam, partita sotto l’hashtag #finallytogether con un parterre di 1.012 brand, di cui il 54% italiani e il 46% esteri (un +23% in più rispetto all’appuntamento di marzo 2022).
Protagoniste, le collezioni primavera/estate 2023, ma non solo. Colonna portante della manifestazione fieristica, infatti, è il tema della sostenibilità, ha raccontato la presidente. Un’intera zona del salone infatti, il ‘Sustainability Lab’, è interamente dedicata all’agenda green, con il marchio Vcs: il marchio di certificazione di proprietà di Assocalzaturifici, studiato per l’industria calzaturiera che punta ai più alti standard di sostenibilità. “In questa zona – spiega Ceolini – abbiamo anche un software attraverso cui è possibile monitorare l’avanzamento della sostenibilità in azienda”.
E poi spazio ai giovani, innanzitutto con ‘Emerging Designers’, spazio dedicato a 12 creativi provenienti da tutto il mondo che presentano le proprie proposte; ma anche con ‘Micam Startup’, che dà spazio a giovani realtà italiane che puntano al settore della calzatura e della moda, in collaborazione con Startup Bootcamp e grazie al supporto di Ice e Maeci.
Per la prima volta, presente in fiera anche una guida per i buyer: “Si può entrare in un apposito programma da cui vedere tutte le scarpe attualmente di tendenza, in colori e materiali disponibili, scegliendole per il proprio negozio”. E ancora Micam Tales, pensata per coinvolgere interattivamente la community, e ‘Micam X’, l’area incontri e convegni dedicata all’innovazione, con numerose presentazioni declinate nei quattro filoni del concept: trends & materials, sustainability, art fashion heritage & future e the future of retail.