“Non siamo mai stati solo un brand di scarpe, il nostro è più uno stile di vita”. Ha spiegato così il successo del marchio di sneakers Golden Goose il suo CEO Silvio Campara, durante il 23° Fashion & Luxury Summit Pambianco-Deutsche Bank. “Il segreto in questi anni è stato lavorare sodo con i nostri artigiani e creativi e aver creato una sorta di magia intorno ai nostri clienti che di fatto sono veri e propri ‘lovers’ che contribuiscono loro stessi a perfezionare l’esperienza estetica delle nostre sneakers. Il brand negli ultimi 5 anni ha subìto/giovato di tre buyout ed è passato da 20 milioni a 180 milioni di euro di ricavi e un ebitda fisso al 32%, con una quota export salita dal 30% all’80% con Stati Uniti e Cina in testa”.
Il brand veneto di calzature di alta gamma è stato fondato nel 2000 e lo scorso anno è passato dalle mani di un pool di investitori guidati da Ergon Capital Partners (che l’aveva acquisito nel 2015), al fondo americano di private equity Carlyle.
“L’anno prossimo apriremo la nostra prima scuola di formazione della sneakers fatta a mano attraverso la quale ridaremo vigore al concetto di ‘saper fare’ e lo porteremo nei nostri negozi. A Milano, a gennaio, ci sarà il primo store che verrà riadeguato alla nuova cultura e si chiamerà Golden Goose Lab. Porteremo i nostri artigiani direttamente in negozio così i clienti avranno la possibilità non solo di comprare l’ennesimo oggetto di culto, ma farlo diventare sempre più aderente al loro modo di essere attraverso un concetto di customizzazione emotiva”.