Meno 39% in termini di valore, un calo davvero pesante quello vissuto dal macrosistema Legno Arredo che, nel quinquennio 2007-2012, ha visto i consumi passare da 33,8 a 20,6 miliardi di euro. Principale imputato il crollo interno degli acquisti che quest’anno ha accusato un calo del 17,6%, addirittura più accentuato di quello già drammatico del 2009. E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa di fine anno di FederlegnoArredo.
In particolare sofferenza è risultato il macrosistema arredamento che ha registrato un tracollo (-19,7%) a causa, soprattutto, della caduta dei redditi reali delle famiglie superiore al 2009 e al blocco dell’erogazione dei mutui che hanno inciso profondamente sull’indotto della casa. “La gente non consuma più – ha esordito Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo – le tasse sono opprimenti, i giovani non riescono ad accedere al credito. All’estero, invece, le banche li aiutano ad accedere ai mutui favorendo, di conseguenza, il ritorno all’acquisto di mobili. E’ importante comprendere che se l’edilizia non si muove non si può tornare a crescere e al momento ci sono migliaia di appartamenti invenduti”.
In crisi anche le importazioni di prodotti provenienti dall’estero, a dimostrazione che gli italiani non si sono indirizzati su alternative estere più economiche. Dalla Cina, ad esempio, le importazioni si sono ridotte del 20%.
Nel 2012 l’unica nota positiva è stato l’export che, pur a fatica, ha tenuto il passo, anche se negli ultimi mesi dell’anno si sta registrando un preoccupante rallentamento nei mercati Ue 27 che rischia di compromettere il buon andamento delle vendite extra Ue (+10%), fino ad oggi l’appiglio che ha consentito al sistema Legno Arredo di non crollare. “Il tempo però stringe – ha detto Snaidero – e non si può pensare che il sistema possa reggersi solo sulle esportazioni”. Analizzando i fatturati delle aziende si nota come il settore abbia vissuto nel 2012 uno degli anni più drammatici dal dopoguerra: il fatturato del macrosistema è passato dai 42,5 miliardi del 2007 ai 28,5 miliardi del 2012 (-33%) e questo ha significato la chiusura di oltre 10mila aziende per un totale di 51.651 addetti. Nel solo 2012 le aziende chiuse sono state 2.400 per 8.200 posti di lavoro persi. Infine, si è registrata un’impennata delle ore di cassa integrazione (+697% rispetto al 2007).
Per il 2013 si prevede l’aggravarsi delle difficoltà con un peggioramento del mercato interno e il rallentamento della domanda mondiale. “Per questo motivo è urgente rilanciare i consumi, ha spiegato Snaidero. “La proposta di FederlegnoArredo, presentata al Ministero dello Sviluppo Economico, è di includere gli arredi fra le opere ammesse alla detrazione del 50%, già prevista per le ristrutturazioni edilizie. Tale misura, condivisa e sottoscritta da industria, sindacati (CGIL, CISL, UIL), commercio (Federmobili), costruttori (ANCE), Confartigianato Legno Arredo e CNA Produzione, parte dal presupposto che l’arredamento è parte integrante della riqualificazione edilizia e del benessere abitativo delle famiglie, oltre a non comportare nessun incremento aggiuntivo dei costi per lo Stato già previsti dal decreto”.
“Stimiamo – ha concluso il presidente – che tale misura (contenuta nell’ordine del giorno presentato alla Camera dei Deputati il 26 luglio 2012 e finora totalmente ignorata), che auspichiamo si trasformi in emendamento parlamentare, sia in grado di generare un incremento dei consumi nazionali d’arredamento del 20% (pari a circa 1,2 miliardi di euro) offrendo un po’ di ossigeno alle imprese dopo 5 anni molto duri”.
“Già in occasione del Salone del Mobile di quest’anno – ha commentato Giovanni Anzani, vice presidente vicario di FederlegnoArredo – avevamo chiesto l’IVA al 4% per i mobili fissi da appartamento, di non alzare l’IVA dal 21% al 23% ma non siamo stati ascoltati. Le istituzioni sono presenti nei grandi eventi ufficiali, come i tagli dei nastri, ma scompaiono quando devono dare supporto alle nostre imprese. E non stiamo assolutamente parlando di incentivi. Auspichiamo, inoltre, la ristrutturazione dell’ICE, una struttura molto importante per la promozione delle aziende italiane all’estero che, però, purtroppo, non è ancora attiva a livello giuridico”.