Nessuna nuova acquisizione in vista per Gruppo Italiano Vini. Ciò non significa che la società veronese, controllata da Cantine Riunite Civ (primo enoplayer italiano), abbia tirato i remi in barca, anzi.
Si parte con due rilanci, legati ai brand Santi (Veneto) e Melini (Toscana), supportati da investimenti in vigneti, cantine e con l’ingresso di un nuovo enologo per l’azienda della Valpolicella allargata che punta, secondo quanto sostiene il direttore generale Roberta Corrà, a imporsi come top di gamma nel mondo Amarone. “Veneto e Toscana – racconta Corrà a Pambianco Wine – sono, per ragioni diverse, le regioni su cui vogliamo lavorare per un prodotto di estrema qualità”. C’è poi la novità, presentata proprio al Vinitaly, legata al debutto del nuovo sito di e-commerce, Vinicum, inteso da Giv come ampio progetto di digital communication mirato in particolare ai millennials. Terzo aspetto rilevante, la crescita nello spumante e in particolare nel Prosecco, dove lo scorso anno Giv ha investito su una nuova linea di imbottigliamento che ha permesso al gruppo, partendo quasi da zero, di produrre sei milioni di bottiglie. Quarto: l’aumento dal 74 al 77% dell’incidenza di export e la volontà di crescere ulteriormente potenziando la Cina, dove Giv ha aperto una trading company, nominato un general manager proveniente dal gruppo Zegna e un nuovo direttore commerciale. “Stiamo lavorando con i più grandi player dell’ecommerce cinese, a partire da Alibaba e Tmall” comunica il direttore generale del gruppo. Infine, la crescita anno su anno del 12% per il progetto Nobel, lanciato lo scorso anno per puntare sui vini più prestigiosi tra quelli prodotti da Giv, con il supporto di tasting ed eventi.
Il fatturato 2015 di Giv si è chiuso a 358 milioni di euro, dieci in più rispetto al 2014, e con un incremento della marginalità misurata in ebitda, da 24 a 28 milioni, che ha consentito di portare l’utile ante imposte da 5,4 a 7,7 milioni di euro dopo “significativi accantonamenti prudenziali”.