Empatia digitale, integrazione tra online e offline e ascolto della “agenda globale dei consumatori”. È questa la ricetta della strategia di crescita di Vf Corp. Lo ha raccontato l’executive vice president e president Emea del gruppo statunitense a capo, tra gli altri, dei brand Vans, The North Face, Timberland e Dickies durante il 26° Fashion Summit Pambianco-PwC. Il manager ha spaziato tra mutamenti a livello di business e di orizzonte mediale della moda, ponendo l’accento sul tema della sostenibilità.
“Stiamo facendo tanto. Vorrei citare due esempi tra i nostri marchi: Timberland nel 2030 avrà un impatto ambientale positivo, cioè impiegherà solo prodotti attinti da fonti rigenerative e un offset di tutte le emissioni che non si riescono a compensare. Icebreaker è un altro marchio che nel 2023 utilizzerà solo tessuti naturali, fondamentalmente lana merino, interrompendo l’uso di materiali plastici. E poi ci sono gli obiettivi a livello di corporation, che sappiamo avere un impatto ampio: produciamo più di 300 milioni di pezzi all’anno, quindi è evidente che dobbiamo cercare di farlo in modo più sostenibile, con una logistica a impatto zero e cercando di essere sensibili in quello che chiamiamo ‘scale for good’, lavorando cioè sulle comunità intorno alle fabbriche e ai Paesi in cui produciamo”.