Herno, il marchio piemontese di sportswear d’alta gamma, ha sfiorato i 50 milioni di ricavi nel 2013, chiuso a 49,6 milioni di euro, rispetto ai 33 milioni del 2012. “Quest’anno supereremo lievemente i 60 milioni di euro di turnover”, ha rivelato al microfono di Pambianco Tv Claudio Marenzi, alla guida dell’azienda fondata dal padre Giuseppe. Dal 2007 a oggi, il marchio è cresciuto con una media del 33% ogni anno. Merito, secondo Marenzi, “dell’aver riconcentrato la strategia sul nostro marchio sulla piuttosto che sulla produzione per conto terzi, e di una grande attenzione al prodotto e all’innovazione. Abbiamo per primi creduto in una produzione ‘industriale-sartoriale’, ovvero non totalmente svolta in linea, ma con passaggi più complessi. La nostra produzione avviene per l’80% in Italia e il restante in Romania, ma il processo produttivo è totalmente in mano nostra”.
Herno, che conta su una quota export del 75% e ha nel Giappone e nella Germania i primi mercati internazionali, mette al centro della strategia aziendale il canale wholesale, che pesa per il 90% del giro d’affari. “Non abbiamo e non avremo in futuro una politica retail”, ha proseguito l’imprenditore, “ma controlliamo scrupolosamente il posizionamento e l’immagine dei nostri prodotti presso i clienti multibrand”.
Marenzi, che è anche presidente di Sistema Moda Italia, ha infine sottolineato come tra i padiglioni di Pitti Uomo gli operatori abbiano ritrovato un ‘sentiment’ di grande euforia. “Ci crediamo, qualcosa è cambiato davvero, se non altro l’atmosfera”, ha affermato. “Più che di ripresa, parlerei di un momento positivo per il sistema Italia, che va sfruttato facendo squadra, tra le istituzioni e il mondo della moda, per rispondere alla crescente richiesta di italianità nel mondo”.