“È un’edizione da record – esordisce l’amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni -. Abbiamo registrato una forte crescita di operatori internazionali e una sezione, Arredo&Tavola, che ha segnato un incremento di adesioni del 30%. Questi dati confermano che il made in Italy continua a funzionare nel mondo, nella casa privata e nell’accoglienza professionale, sotto il profilo industriale, dove abbiamo una larga parte di prodotti dolciari a livello internazionale realizzati con macchinari italiani, e di design per cui le aziende realizzano gli interior di ristoranti e locali a livello globale”. Questa edizione di HostMilano, che segna un passaggio chiave nella sua evoluzione, rivede dunque al rialzo tutte le previsioni della vigilia, con un incremento del 13,5% nelle presenze di visitatori professionali, a quota 150.968. E, soprattutto, con un aumento esponenziale dei professionisti esteri: 60.383 mila presenze da 172 Paesi, il 40% del totale e in crescita del 17% rispetto al 2013.
Una fiera internazionale
“L’internazionalizzazione di Host è ormai un fatto acquisito, che sta nelle dimensioni, nei numeri e nella qualità – commenta Peraboni –. Non solo. Host riflette il nuovo scenario geopolitico e apre a mercati come Iran, Africa e Cuba. All’aumento dei visitatori hanno contribuito diversi fattori: la focalizzazione nel supportare le aziende a tutto campo e a lungo termine, l’impegno nello scouting all’estero, anche grazie alla collaborazione con ITA-ICE, e la sinergia con la città.” Prendendo in considerazione espositori e visitatori non esiste un Paese al mondo che non sia rappresentato a Host. La manifestazione è fortemente internazionalizzata, confermano gli espositori incontrati da Sambonet ad Alessi, da Bormioli Rocco a Pedrali, a Costa Group. “Nel nostro stand, in particolare, – afferma Monica Pedrali, dell’azienda omonima – abbiamo notato una particolare affluenza di operatori da Stati Uniti, Sud America e Paesi Iberici. Per noi l’export rappresenta l’85%”. “Non c’è nessun altro posto al mondo – prosegue Peraboni – dove un’azienda del settore può incontrare così tanti compratori da tutto il mondo. Questa è la strada che intendiamo portare avanti in futuro: una Fiera Milano in grado di portare sempre più il mondo a Milano”.
Spazio ai contractor dell’arredo
Host, storicamente, è una fiera principalmente dedicata al food e alla cucina. Da quest’anno, invece, percorrendo i corridoi di Fiera Rho si è notata un’inversione di tendenza con un alto numero di visitatori soprattutto nei padiglioni 6 e 10, dedicati appunto all’Arredo&Tavola. “In effetti in questa edizione abbiamo riscontrato più affluenza del solito”, ha confermato Barbara Cincotto, direttore commerciale della divisione Ho.Re.Ca. del Gruppo Sambonet e Rosenthal. “È importante dare più spazio a questo comparto poiché c’è sempre più attenzione a livello internazionale verso il mondo dell’oggettistica all’interno della ristorazione di alto livello”, dichiara Silvano Guglielmazzi, direttore marketing prodotto e comunicazione di Alessi.
Design e Ho.Re.Ca.
Sono numerosi i brand produttori di complementi di arredo e ‘art de la table’ a essere fortemente attivi nel contract. “Per Sambonet e Paderno – spiega Barbara Cincotto – il fatturato per l’Ho.Re.Ca. division è di circa il 75%, per Rosenthal siamo sul 30% ma contiamo di aumentare questa percentuale”.
Per un’azienda storica come Bormioli Rocco i cui noti vasetti hanno conosciuto una nuova primavera, sdoganati come contenitori per cocktail al posto dei più classici bicchieri, il contract è un obiettivo strategico importante e da far crescere, puntando a entrar nella maggior parte dei locali del mondo. “Ad oggi i player che ci richiedono di più sono i ristoranti e le grandi catene alberghiere – afferma Saverio Righi, responsabile vendite Italia di Bormioli Rocco -. Noi puntiamo a coprire anche locali ‘quotidiani’ come bar, locali notturni e stabilimenti balneari”.
Anche l’arredo fa la sua parte. “I prodotti Pedrali sono versatili – spiega Monica Pedrali – vengono inseriti in mense aziendali, sale conferenze, così come in ristoranti stellati. Solo per citare alcune commesse, abbiamo realizzato gli headquarter Nestlè di Assago progettati da Park Associati, il ristorante di Autogrill Villoresi che presenta un nuovo format che mischia sale riunioni e ristorazione. Inoltre, siamo all’interno del ristorante Jules Verne sulla Tour Eiffel realizzato da Patrick Jaouen”. C’è chi poi, come Alessi, vive in maniera minore il business del contract ma guarda “con rinnovato interesse” al tema dell’hospitality e dell’interior design.
Quali player e da quali mercati
I player del canale Ho.Re.Ca che richiedono i prodotti delle aziende italiane sono molteplici, dal grossista alla catena alberghiera, fino alla ‘procurement company’. Le maggiori commesse, confermano gli espositori intervistati che sono presenti a livello internazionale, provengono dai mercati emergenti dove è in atto un grosso investimento da parte di hotel a quattro e cinque stelle, che si avvalgono dei servizi delle aziende italiane. “Per noi – afferma Righi – oltre ai mercati emergenti e agli Stati Uniti, sempre forti, i Paesi più importanti sono quelli dell’APAC (i Paesi dell’Asia-Pacifico come Australia, Giappone, Cina, ndr). In totale, l’estero rappresenta il 60% del nostro fatturato che nel 2014 si è attestato a 230 milioni di euro”. “Qui in fiera è stata buona anche l’affluenza italiana, anche se per noi il 60% delle vendite è legato all’estero”, ha dichiarato Franco Costa amministratore unico e presidente di Costa Group, realtà da 25 milioni di euro che si occupa di arredamento di ristoranti e locali, che ha costruito 51 ristoranti in Expo e che è partner di Eataly nella realizzazione della sua catena di negozi”.