Dal Canada alle passerelle di Milano. Ne hanno fatta di strada i due gemelli fondatori e stilisti di Dsquared2, che oggi è diventato un marchio internazionale e nel 2014 ha superato i 200 milioni di ricavi (licenze comprese).
“Una scelta ragionata!”. Così esordiscono Dean e Dan Caten, incontrati nel loro quartier generale di Milano. Ripercorrono con entusiasmo e un po’ di nostalgia una storia iniziata nel 1991, quanto “abbiamo deciso di venire in Italia per provare a fare il grande salto e a lanciare il nostro brand”. Non avevano ancora chiaro cosa sarebbe successo. “Inizialmente avevamo pensato a New York, ma alla prima difficoltà sapevamo sarebbe stato troppo facile tornare indietro”. Perciò, scelsero il salto più lungo: partire dall’Italia. “Eravamo certi che avremmo trovato le aziende più giuste per noi: alta qualità e tagli impeccabili”. Per questo, appunto, è stata “una scelta ragionata”.
“Born in Canada, live in London and made in Italy”. È un motto che in poche parole riassume la vostra filosofia?
Il Canada ha influenzato molto il nostro modo di fare moda, ma anche le nostre origini. Padre italiano e madre inglese, hanno giocato un ruolo fondamentale. Produciamo rigorosamente in Italia dove abbiamo trovato le aziende più adatte a sviluppare il prodotto che avevamo in mente e viviamo a Londra, perché per noi è più facile vivere in un Paese anglosassone. Londra è ispirazione, attitudine, senti di essere sempre a contatto con il resto del mondo.
Qual è stato il momento più bello e quello più difficile in questi vent’anni?
È difficile fare una scelta, ma tra i momenti più belli possiamo citare l’incontro con Madonna o l’apertura del primo monomarca del brand a Milano. Abbiamo avuto anche dei momenti difficili, soprattutto all’inizio, ma dai nostri errori abbiamo sempre cercato di imparare il più possibile.
Avete mai pensato ‘finalmente ce l’abbiamo fatta’?
Mai. Avevamo un sogno e ci siamo sempre detti “Sky is the limit!”. Passo dopo passo siamo andati avanti e ora stiamo vivendo il sogno che volevamo. In questi ultimi vent’anni abbiamo visto il mondo di Dsquared2 crescere e amplificarsi, abbiamo lavorato tantissimo, le gratificazioni sono state molte, ma non saremo mai soddisfatti. Dsquared2 si evolve ogni giorno, per questo vogliamo celebrare questo ventesimo anniversario dal lancio della nostra prima collezione uomo guardando non al passato, ma al futuro.
Come è cambiato il vostro stile dagli inizi della carriera? Oggi avete una visione più matura della moda?
Abbiamo da sempre cercato di promuovere un’idea di lusso alternativo che nasce dall’idea di mixare pezzi dal taglio sartoriale con altri decisamente più casual: questo è il nostro dna. Non siamo concettuali, amiamo presentare in passerella una moda ‘portabile’. Certo con gli anni le nostre collezioni si sono evolute, noi stessi siamo maturati. Il lancio della nostra linea Classic per l’uomo composta da abiti sartoriali prodotti in collaborazione con Isaia, della capsule collection di cocktail/evening dress per la donna ispirati al glamour di Hollywood e l’ampliamento della linea accessori vanno in questa direzione.
Quali sono i principali mercati? Su quali puntate per crescere ancora?
Al momento per noi i primi tre mercati in ordine di importanza sono: Europa, Cina e Middle Est. Per quanto riguarda l’e-commerce, il primo mercato sono gli Stati Uniti (23% del fatturato totale). Proprio per questo, il piano di espansione del marchio ha previsto un focus importate sugli Usa. Dopo l’apertura del primo monomarca di Los Angeles (lo scorso settembre), è stata inaugurata a fine dicembre anche la boutique di New York nel quartiere di SoHo. Un altro obiettivo sarà la Cina che, per ora, pesa per il 10% sul volume degli affari totali. Abbiamo già 5 punti vendita in questo Paese e ne apriremo presto un quinto a Chengdu.
Avete in previsione di aprire altri monomarca in Italia o all’estero?
La parola d’ordine, anche per il 2015, resta ‘retail’, mantenendo la dovuta attenzione sul canale wholesale, che ad oggi è il core business e continua a crescere rappresentando l’80% del fatturato. Teniamo fede al piano di espansione retail: 50 negozi in 5 anni e prevediamo una decina di nuove aperture nel 2015. Il primo store di Miami, all’interno dello shopping center di Bal Harbour, aprirà entro inizio marzo, come la boutique di Londra all’angolo tra Conduit Street e Savile Row. Seguiranno Panama, Doha e Kuwait City.
Ci saranno novità quest’anno in termini di nuovi prodotti?
Al momento non prevediamo la firma di nuovi contratti di licenza. C’è ancora molto da esplorare, ma preferiamo muoverci a piccoli passi. Vogliamo dare la massima attenzione ad ogni progetto e di sogni ne abbiamo ancora molti… ma non vogliamo rivelarli per scaramanzia.
Come vedete i prossimi 20 anni?
Questi ultimi 20 anni sono stati una straordinaria avventura ma siamo già pronti per i prossimi 20. È il momento di spingere sull’acceleratore, costruire e creare.