La conferenza stampa di presentazione dell’edizione numero 52 del Salone Internazionale del Mobile, di scena dal 9 al 14 aprile a Fiera Milano Rho, è stata l’occasione per discutere il tema delrapporto tra design e città. “Il progresso implica trasformazione, ma per trasformare una città – ha esordito il sindaco di Milano Giuliano Pisapia – bisogna perseguire la sensibilità del bello, ossia dell’estetica del design, insieme alla capacità di creare posti di lavoro e di aprirsi all’internazionalizzazione”. “Il design – ha aggiunto Stefano Boeri, assessore a cultura, moda, design del Comune di Milano – ha la capacità di muovere un’intera città ed è un modello del ‘fare economia’. I Saloni rappresentano un duplice momento, commerciale e culturale, dove il trade e gli eventi interagiscono”.
“I Saloni, proprio per la varietà e quantità di eventi e prodotti presentati, permettono ai visitatori, siano essi pubblico, giornalisti o buyer, di crearsi itinerari personalizzati a seconda dei propri interessi”, così la designer Patricia Urquiola ha espresso il proprio apprezzamento nei confronti di quello che si conferma il Salone più importante a livello internazionale, “meta imprescindibile – l’ha definito il nuovo presidente di Cosmit Claudio Luti – per chiunque voglia far parte del mondo del design.” “L’imprenditore italiano – ha proseguito Luti – è pronto a correre dei rischi per reagire alla crisi e innovare. Bisogna però saper comunicare per rafforzare la propria brand image e poter andare all’estero ed essere riconoscibili”.
E’ d’accordo Giovanni Anzani, presidente di Assarredo che anticipa: ”Le aspettative delle aziende del settore verso questa fiera, in questo periodo di crisi, sono altissime. All’estero ci riconoscono la qualità del ‘saper fare’, ma per noi resta il problema economico. La soluzione è comunicare le nostre capacità in quei Paesi ricchi che non hanno la cultura del design e che potrebbero, invece, investire molto nelle nostre aziende.”
Se l’export è importante, il designer Antonio Citterio ricorda che “bisogna stare attenti a delocalizzare perché siamo tutti nati nel contesto italiano, dalla produzione, ai processi, ai designer. Puntiamo sul nostro Paese altrimenti finiremo per delocalizzare il Salone del Mobile”. Per crescere in Italia però servirebbe l’appoggio del Governo al quale tempo fa il presidente di FederlegnoArredoRoberto Snaidero aveva chiesto di intervenire in aiuto del settore. Alla domanda se abbia avuto un riscontro in merito ha risposto “assolutamente no. La nostra Federazione non ha ricevuto risposte. Ora stiamo incontrando personaggi politici di tutto l’arco costituzionale in attesa del dopo elezioni”.
In numeri, i Saloni 2013 occuperanno una superficie espositiva netta di 201mila mq, di cui 38mila mq saranno dedicati alla biennale Euroluce, 12.500 mq alla biennale SaloneUfficio e 3mila mq al Salone Satellite dedicato alla ricerca e agli studenti delle scuole internazionali di design. Gli espositori saranno 1.950 più 700 designer del Salone Satellite. Si attendono oltre 300mila visitatori da 160 Paesi.
Quest’anno il claim è “A Milano, il mondo che abiteremo” per sottolineare come solo a Milano si dettino le tendenze e come solo Milano sia una finestra sul mondo del design, della creatività e dell’innovazione. Proprio sull’importanza di sapersi rinnovare si sofferma Claudio Luti: “la chiave del nostro successo è rendere il Salone il luogo per eccellenza dell’innovazione. Per mantenere la leadership, la nostra esposizione dovrà continuare a essere sinonimo di novità e vetrina di assolute anteprime. Presentare prodotti nuovi, infatti, non solo può emozionare il pubblico, ma anche motivare la forza vendita”.