Stop al vecchio metodo del procedere in ordine sparso: è stato uno spreco di risorse, utile per il clientelismo ma privo di un impatto efficace per la promozione del vino italiano. Al Wine Business Forum, momento cruciale della prima edizione di Milano Wine Week, cento relatori di primo piano hanno discusso e formulato proposte consegnate poi al ministro delle Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, intervenuto in serata a Palazzo Bovara per recepire i suggerimenti e confrontarsi con la categoria.
I moderatori dei cinque tavoli, individuati dal presidente della MWW Federico Gordini, hanno consegnato al titolare del dicastero di via XX° Settembre un nutrito elenco di proposte legate ai temi innovazione, comunicazione, credito e finanza, retail e internazionalizzazione. E Centinaio ha innanzitutto rassicurato il mondo wine che il documento di economia e finanza non conterrà alcuna riduzione di fondi destinati alla promozione e alla tutela del made in Italy. Inoltre, il governo cercherà di incrementare il budget destinato all’agricoltura 4.0 e quello per incentivare le ristrutturazioni degli hotel. “Stiamo trattando con il resto del governo per vedere cosa porteremo a casa”, ha detto il ministro, convinto sostenitore dell’enoturismo e dell’agriturismo come volano per la crescita dei consumi di prodotti agroalimentari.
“Il nostro impegno nel mondo del vino deve concretizzarsi in massima attenzione, risposte a quelle che sono le esigenze e le richieste del settore, per promuoverlo sempre di più e trasformarlo in quella che è l’eccellenza dell’enogastronomia italiana”, ha inoltre affermato Centinaio.
Le proposte consegnate dal tavolo di lavoro sull’internazionalizzazione moderato da Silvana Ballotta, CEO di Business Strategies, e Augusto Cremonini, CEO & presidente di Inalca Food&Beverage, prevedono: a) Individuazione di un sistema di governance e di strategia internazionale del vino italiano, creazione di un soggetto unico e strategico per la promozione del vino italiano all’estero; b) ottimizzazione dei meccanismi di proiezione internazionale: il turismo è un grande volano di affermazione del Made in Italy; c) posizionamento dell’immagine e della reputazione del brand vino Italia: la creazione di un’identità può portare ad un accrescimento del valore del prodotto, con un aumento della spesa in prodotti italiani; d) creazione di strutture atte al potenziamento delle competenze trasversali: cultura, formazione, comunicazione e innovazione, sono fattori chiave sia per operatori di settore che per consumatori
Dal tavolo su finanza e credito moderato da Barbara Lunghi, head of primary markets di Borsa Italiana ed Ezio Castiglione, advisor del fondo Idea Agro, è emersa l’esigenza di: a) una innovazione normativa che affronti il tema del “magazzino” agevolando strumenti come la cartolarizzazione; b) facilitare soluzioni come “Elite Wine Basket Bound” con forme di agevolazioni per le emissioni collettive; c) innovare il ruolo dei consorzi di tutela come strumenti di internazionalizzazione ai quali associare forme di finanziamento per l’export; d) consentire, attraverso le necessarie innovazioni nelle direttive per gli investimenti dei fondi pensione e degli enti previdenziali, di dare priorità all’economia reale attraverso gli investitori istituzionali utilizzanti la normativa sui PIR
Il tavolo su commercio e legislazione è stato moderato da Simona Lertora, managing director marketing and business development DHL, Maurizio Montemagno, dirigente ad interim dell’ufficio dogane affari generali della direzione centrale antifrode e controlli, e Marco Adamo, senior product manager marketing & business development DHL Express Italy. Da questo tavolo è emerso che: a) l’Italia è una piattaforma che attrae turismo e il vino è uno degli asset da valorizzare per sviluppare business; b) occorre sfruttare le potenzialità dell’Unione Europea come primo mercato di riferimento per il mercato italiano; c) occorre arrivare a una franchigia per la vendita e l’acquisto di un numero ridotto di bottiglie – anche online – solvendo l’eventuale accisa nel paese membro di spedizione; d) occorre snellire i flussi di logistica e trasporto per le piccole spedizioni attraverso la semplificazione dei processi
Il tavolo dell’innovazione è stato moderato da Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, e Massimo Fontana (Dentsu) e ha consegnato quest’elenco di richieste: a) supporto economico anche attraverso tecnicismi e sgravi fiscali per strutturare un modello di comunicazione nel “sistema Italia”, un supporto attivo per dare più valore alla territorialità e per creare un triangolo territorio-vino-turismo; b) investire su formazione degli operatori di settore, anche attraverso la regolamentazione dei percorsi formativi e incentivare la ricerca applicata facendo sistema con l’Università; c) supportare il progetto di digitalizzazione delle aziende produttrici; d) ridurre la distanza tra produttore e consumatore grazie ad un utilizzo dell’innovazione tecnologica che crea una nuova piazza virtuale dove produttori e consumatori possono incrociare domanda e offerta.
Infine, il tavolo della comunicazione, moderato da Luciano Ferraro (Corriere della Sera) e Nicola Belli, consigliere delegato di Armando Testa, ha indicato: a) programma di educazione degli alunni della scuola dell’obbligo sulla cultura e la storia del vino; b) promuovere l’istituzione di un ministero per la tutela del made in Italy, dal vino al cibo, alla moda; c) fondi per programmi di comunicazione all’estero, continuando i programmi già avviati in Stati Uniti, Cina e Giappone. Con interventi mirati e obiettivi chiari; d) raccolta mondiale di informazione per decidere in quali Stati investire (Big Data), poi messi in rete, a disposizione delle aziende; e) incentivi per la promozione facendo arrivare in Italia giornalisti e opinion maker per formarli sul vino italiano, e incentivi per permettere alle aziende di assumere giovani leve della comunicazione per aumentare la presenza in rete e sui social media.