L’Autre Chose guarda oltre confine. In concomitanza con la sfilata A/I 2018-19, Erika Filipponi racconta a PambiancoTV gli sviluppi del brand femminile da quando nel 2016 il fondo di private equity italiano Sator ne è diventato socio di maggioranza nominandola amministratore delegato.
“Attualmente l’Italia rappresenta il 70% del business mondiale, siamo presenti in 240 boutique multibrand, abbiamo 5 store di proprietà e una rete outlet che completa il nostro mix di canali”, spiega Filipponi, sottolineando quanto si stia puntando anche sul business internazionale. “Il recupero dei mercati esteri è al centro dell’attenzione, abbiamo lavorato con partnership distributive e stiamo raccogliendo i primi frutti in Giappone, secondo mercato per il brand, con segnali positivi confermati da una crescita double digit”. Oltre al Sol Levante, L’Autre Chose si sta sviluppando anche in Europa: nei Paesi orientali c’è un crescita pari al 30-35% di stagione in stagione testimoniati da partnership con importanti department store quali Bosco dei Ciliegi e, recentemente, Tsum. Per quanto concerne l’Europa Occidentale spiccano invece le performance di Francia, Germania e Spagna.
Il brand sta focalizzandosi anche sul web: “Non tralasciamo i big player dell’online. Oltre a Zalando a breve stringeremo un accordo con il più grande marketplace online mondiale”, dichiara l’AD. Pur non potendo svelare molto, Filipponi anticipa che nei prossimi mesi prenderà vita un progetto di grande visibilità con il principale player italiano nel mondo del concept store attraverso una capsule dedicata.
Dal 2016 L’Autre Chose sta investendo molto sullo sviluppo stilistico e sul posizionamento di prodotto: “Abbiamo rinnovato gli uffici stile partendo dal core-business, le calzature, dove abbiamo riportato in house il designer che per dieci anni è stato l’anima del brand: Luca Traini. Abbiamo inoltre inserito Lorenza Chiavarini a capo del segmento abbigliamento”, spiega la manager.