Vedere i propri abiti sfilare a due passi dal Duomo, tra champagne e chiacchericcio modaiolo, in uno showroom nuovo di zecca che sui muri reca il proprio nome, è il sogno di qualsiasi giovane stilista. Per Uel Camilo, brasiliano di Florianopolis classe ’85, arrivato in Italia nel 2007 inseguendo la passione per l’alta moda, il sogno è divenuto realtà grazie all’incontro con un avvocato in cerca di nuove sfide. Non un nome qualunque, ma Federico Sutti, managing director EMEA di Dla Piper, studio legale americano da 1,8 miliardi di fatturato. Sutti ha supportato lo sviluppo del marchio e così, dopo una prima capsule collection invernale, Uel Camilo ha realizzato la prima collezione intera per P/E 2014 e ne ha presentato una selezione di 12 proposte con una sfilata-evento nella nuova sede milanese del brand in Passaggio degli Osii, insieme showroom di vendita e atelier creativo, inaugurata ufficialmente nell’occasione.
“Poter fare moda in Italia per me è il sogno da bambino che si realizza. Non è stato facile, è servito tanto lavoro e determinazione – racconta lo stilista a Pambianco Tv. Dalle sue creazioni sontuose, realizzate a mano in Italia con tessuti di pregio, così come dalla scelta di una presentazione informale e ‘confidenziale’, che ricorda l’atmosfera degli atelier negli anni 50 e 60, emerge chiaramente l’attitudine dello stilista per gli abiti da sera e per una moda che definisce “demi-couture”. “Significa che per me la cosa più importante è l’eccellenza nella creazione dei capi, dal disegno alla costruzione, al lavoro delle sarte – prosegue -. Sono un autodidatta, non lavoro con un tema preciso per ogni stagione. Preferisco lasciarmi ispirare dalle mie clienti, senza limitazioni”.
È proprio questo aspetto che ha convinto Sutti a investire nel progetto. “Quello di Uel Camilo è un prodotto che vedo mancare – spiega l’avvocato – . Oggi il lusso si paga molto perché costa molto l’infrastuttura, il marketing. C’è bisogno di qualità nei contenuti”. Sutti parla anche di “sfida professionale in un settore completamente diverso”. E sui prossimi passi del brand è realista, ma ha obiettivi ambiziosi. “L’idea è di crescere all’estero, soprattutto nei mercati mediorientali dove si usa molto l’abito da sera – conclude -. Ora è prematuro, ma in futuro vorremmo avere una presenza diretta”.