Nel 2015 il mercato dei beni di lusso ha registrato una crescita dell’1% (+13% se si considera la spinta dettata dai tassi di cambio favorevoli) per 253 miliardi di euro, confermando la fase di rallentamento che il settore vive dal 2013 (nel 2014 la progressione è stata del 3%, nel 2013 del 2,4% contro il +10,4% del 2012). Più dinamico il mercato della cosmetica, da diversi anni in crescita stabile anche a tassi di cambio costante, che sfiora un incremento del 3,9%, spinto dalle economie emergenti, che contano per oltre i due terzi della crescita. A renderlo noto è lo studio The luxury and cosmetics financial factbook 2016 realizzato da Ernst & Young, che collega l’andamento del settore a fattori quali l’instabilità geopolitica e il rallentamento del tasso di crescita del mercato cinese. Nel 2015 i consumatori cinesi si confermano top consumers, arrivando a rappresentare un terzo del mercato globale. “Le aziende del lusso hanno registrato il rallentamento dei tassi di crescita dei fatturati e una conseguente riduzione dei margini, a fronte di investimenti che invece restano elevati”, ha spiegato a Pambianco TV Roberto Bonacina, partner di EY Tas fashion and luxury, evidenziando come i player del lusso si trovino di fronte alla necessità di definire i modelli distributivi, tenendo conto del crescente ruolo del digitale. Tre le possibili direttrici individuate da Ernst & Young per la fidelizzazione dei consumatori dei marchi del lusso: investire nella digitalizzazione, dare enfasi alla qualità e rarità dei prodotti per ridurre il rischio di erosione del proprio mercato da parte dei nuovi concorrenti e valorizzare la luxury experience (“il consumatore va catturato e il prodotto arricchito da una serie di elementi portatori di benefici ed esperienze intangibili: viaggi, arte, gastronomia di alta gamma”, si legge nella nota ufficiale che accompagna lo studio).