Poltrona Frau apre il suo secondo flagshipstore a Milano, in via Manzoni, 30 all’interno di Palazzo Gallarati Scotti, edificio dei primi del settecento in stile tardo barocco milanese. L’opening, che si affianca all’esistente showroom di Via Durini, rientra in una strategia di consolidamento finalizzata ad accentuare la visibilità del brand nel mercato italiano e internazionale.
“E’ una sfida – dichiara a Pambianco Design Piero Valentini, DG di Poltrona Frau -, via Manzoni è un po’ fuori dalle rotte milanesi dell’arredamento, ci troviamo in un contesto più legato alla moda, di fronte a hotel importanti quali sono l’Armani Hotel e il Grand Hotel et de Milan. Vogliamo dare un segnale di presenza, rendere maggiore la nostra visibilità anche a livello internazionale”.
Lo showroom, che si sviluppa su più di 800 metri quadrati, si snoda attraverso un susseguirsi di sale, gallerie e corti. Alcune sale sono di particolare interesse artistico, è il caso della sala con soffitto a cassettoni del ‘700 e la Sala del Camino, totalmente affrescata da Carlo Innocenzo Carloni intorno alla prima metà del ‘700. “Il pubblico internazionale che viene a farci visita – commenta il DG – percepisce il ‘bello’ non solo dei nostri prodotti ma anche della location d’eccezione”.
La ristrutturazione è stata fatta nel rispetto del valore storico e architettonico dell’edificio integrandolo con lo stile del marchio. Protagonisti i colori neutri e i materiali caldi che creano un’atmosfera intima e accogliente. I prodotti ospitati spaziano dal Chester datato 1912 fino a Nivola del 2014. E poi immagini di archivio, disegni e fotografie della produzione valorizzano l’heritage e il contenuto di alta artigianalità di tutta la produzione.
Nella sala principale si alternano diversi ambienti dal living al dining, dallo studio alla zona letto. Pezzi storici e contemporanei accostati: dalla poltrona Vanity Fair del 1930, al divano GranTorino di Jean-Marie Massaud, vincitore del Wallpaper* Award nel 2014, dal letto Mamy Blue di Roberto Lazzeroni a Lyra, poltroncina del 1934 dalle linee morbide e femminili. E ancora il tavolo Sangirolamo di Achille e Pier Giacomo Castiglioni e la poltrona Dezza di Gio Ponti disegnata dal Maestro nel 1964.
“Lo spazio totale è di circa 1.300 metri quadrati – aggiunge Valentini – di cui una parte su piano strada e una parte, collocata sotto strada, sarà composta da locali adibiti a esposizioni”.
Nella saletta della Leathership® due librerie delle pelli in cui sono accuratamente riposte 120 pelli in una palette che conta circa 150 nuance. Filmati suggestivi come quadri animati nella Galleria dell’intelligenza delle mani. Ciascuno dei sei monitor racconta una delle principali fasi di produzione di Poltrona Frau. La spazio prosegue nella Galleria delle icone ispirata ai tradizionali ed esclusivi circoli anglosassoni con una selezione di sedute da lettura e da relax dai colori caldi e a volte inaspettati. La galleria si apre nella Sala delle colonne che prende luce da due piccole corti interne. Da qui attraverso un’apertura molto ampia si accede alla grande Sala a cassettoni che invita all’ingresso nella Sala del Camino, area di collegamento tra il flagshipstore di Poltrona Frau e quello della nuova boutique Home di Bottega Veneta che si sviluppa al di là di tale spazio.
Qui vengono presentati, insieme a John-John e T904 di Poltrona Frau, anche Meta e Tassello, realizzati da Poltrona Frau in esclusiva per Bottega Veneta.
Lo spazio Poltrona Frau è comunicante con lo showroom Bottega Veneta, che si affaccia su via Borgospesso. Le due realtà hanno accessi e showroom indipendenti però collegato tra loro. All’interno dello spazio Bottega Veneta sono presenti, oltre ai complementi e accessori della maison di moda, anche i prodotti di arredo realizzati in collaborazione con Poltrona Frau. Quello in via Borgospesso è il primo negozio freestanding del brand Bottega Veneta Home. “Confermiamo con questa scelta comune la partnership tra i due brand – afferma il manager -, siamo loro manufacturer esclusivi sulla loro parte di prodotti imbottiti. La buona congiuntura verificatasi di trovare uno spazio davvero molto grande, del quale necessitavamo di fruire solo di una parte, ha favorito questa collaborazione”.
“Possiamo avere un traffico di clienti e di contatti – conclude Valentini – che volentieri mettiamo in comune”.