L’edizione numero 96 di Lineapelle si è aperta ieri a Milano Fiera con 1.255 espositori determinati ad affrontare una situazione di mercato che vira in negativo. In particolare il settore conciario, protagonista in 4 degli 8 padiglioni della manifestazione, è reduce da un 2018 caratterizzato da una flessione contenuta in termini di volume (-1,2%) e leggermente più marcata in valore: si parla di un -3,4% rispetto ai 5 miliardi realizzati dalle concerie italiane nel corso del 2017, secondo il preconsuntivo elaborato dal servizio economico della manifestazione leader nei materiali, accessori e componenti per la moda.
Pesa la flessione a doppia cifra (-17%) dell’export verso Cina e Hong Kong, prima destinazione delle vendite oltreconfine di pelli conciate in Italia. I conciatori italiani ed europei, in realtà, hanno retto la crisi più dei competitor extra Ue, puntando sulla qualità e sulla sostenibilità dei loro metodi produttivi. E ora, presentando le nuove collezioni per la spring/summer 2020, provano a cambiare il mood non solo del mercato, ma dell’economia in generale puntando su innovazione e colore, senza rinunciare agli investimenti necessari per farsi trovare pronti quando la domanda ripartirà. Pambianco Tv ha raccolto le testimonianze di Piero Rosati (Iniziative Conciarie Associate), Alessandro Iliprandi (Bonaudo), Viola Dalle Mese (Montebello) e Nobile Vignola (Conceria Vignola Nobile).