Arrivata in Illycaffè lo scorso primo gennaio, il mandato era chiaro: creare un nuovo piano industriale quinquennale che preparasse l’azienda alla quotazione. Così Cristina Scocchia, AD del player da 500 milioni di euro di fatturato nel 2021, racconta, in occasione del secondo summit dedicato al wine&food organizzato da Pambianco-PwC, gli step per raggiungere questo obiettivo.
“Vogliamo concretamente portare Illycaffè in Borsa perché crediamo sia un brand che possa fare molto bene in quel contesto”, racconta la manager. “L’obiettivo è quello di riuscire ad arrivarci tra il 2022 e il 2026. Non abbiamo fissato una data anche perché la quotazione dipende sia dalla performance aziendale sia dal contesto macroeconomico e questo non è tra i momenti più favorevoli”. Infatti, “il piano quinquennale stilato all’inizio del 2022 rimane valido a livello strategico ma entro la fine dell’anno andrà rivisto tenendo conto di quanto sta succedendo”.
Dopo aver chiuso il 2021 con 520 milioni di fatturato e un ebitda sui 62 milioni, “ciò che noi vogliamo fare è crescere, nell’arco dei prossimi cinque anni, due volte il mercato (la cui crescita si aggira sui 3-4% l’anno, ndr)”. Questo avverrà sia sviluppando il mercato domestico sia quello internazionale, dove l’azienda è presente in circa 140 Paesi. In primis, Illycaffè punta a raddoppiare l’incidenza degli Stati Uniti, che al momento generano il 17% dei ricavi; conquistare il mercato cinese che “è ancora molto piccolo in quanto i cinesi rimangono molto legati al tè e quando si avvicinano al caffè lo fanno spesso tramite quello solubile. Ma, essendo un Paese enorme, anche piccole percentuali possono fare la differenza”. Infine, Illycaffè punta a incrementare l’Europa, dove è presente con filiali in Uk, Spagna, Francia e Germania.
A livello di canali, le priorità si concentrano su horeca ed e-commerce, che rispettivamente generano il 45% e il 15% dei ricavi, seguiti dalla gdo e dallo sviluppo retail (poco meno del 10% dei ricavi). Ad oggi, Illycaffè conta circa 200 negozi, quasi tutti in franchising e circa 15 flagship, tra cui quello di via Montenapoleone che ha riaperto la scorsa settimana dopo il progetto di restyling curato dallo studio Citterio-Viel. L’idea è “più che raddoppiare il numero di negozi soprattutto attraverso il franchising, in quanto è una formula molto efficace che ti permette di trovare un partner in ogni Paese che conosce bene l’area in cui ci si vuole sviluppare”.
Per quanto riguarda il 2022, “l’anno sta andando bene e ad oggi stiamo crescendo del 20 per cento”, racconta Scocchia. “Non crediamo però di chiudere l’anno con una crescita così roboante perché i mesi che stiamo per vivere saranno complicati. L’inflazione sta comprimendo il potere di acquisto delle famiglie e questo può andare a discapito di brand d’alto di gamma come il nostro”. Quindi “l’obiettivo è di crescere in double digit a livello di fatturato nonostante la difficoltà del contesto macroeconomico”.