Da brand leader nel fashion jewel a grande gruppo della gioielleria con diversi marchi, da sviluppare internamente o acquisire. È questa la svolta di Swarovski, svelata a Basilea nella conferenza stampa sulla Vision 2020. L’espansione del colosso austriaco da 2,22 miliardi di fatturato globale si baserà su tre linee guida: crescita organica, sviluppo di marchi e concetti in-house, e acquisizioni.
Lo shopping, ha fatto sapere l’azienda, riguarderà “tre o quattro marchi di gioielleria desiderabili”. Il marchio Swarovski rimarrà comunque l’asset principale, e in parallelo saranno sviluppati anche i brand già in portfolio, ovvero il marchio premium Atelier Swarovski e la label giovane lola&grace.
“Pensiamo a marchi con un posizionamento complementare a Swarovski, quindi nella direzione della fine jewelry – ha precisato a Pambianco Tv Robert Buchbauer, direttore strategico di Swarovski Consumer Goods Business e membro del comitato esecutivo dell’azienda –. Brand potenzialmente profittevoli e in grado di essere sviluppati su scala globale. In Italia? Ci sono candidati interessanti”. Di recente, Swarovski ha testato una collezione di fine jewelry con diamanti e gemme naturali creando 6 corner ad hoc in altrettante boutique in Cina. “I primi risultati sono incoraggianti – prosegue il manager – ma dobbiamo valutare molti aspetti organizzativi, burocratici e di supply chain prima di pensare di lanciare il progetto su larga scala”.
Lo scorso anno, Swarovski ha venduto quasi 30 milioni di pezzi, triplicando la sua capacità di produzione tra il 2005 e il 2011. A livello di prodotto, nel 2012 i gioielli hanno pesato per il 75% del fatturato netto. Gli orologi, lanciati nel 2009, da allora hanno visto triplicare i ricavi (+38% nel 2012) e dovrebbero aumentare la quota degli accessori fino ad almeno il 15% del fatturato netto nel 2020.
Sul fronte distributivo, entro il 2015 il gruppo estenderà il concept Crystal Forest alla maggior parte dei negozi e sta valutando opportunità, nel medio termine, di lanciare formati “mega-retail” che includano non solo i gioielli, ma tutte le possibili applicazioni del cristallo.
Infine, ha concluso Buchbauer “l’e-commerce, assieme allo sviluppo nei mercati emergenti (Asia, America Latina, cresciute nel 2012 rispettivamente del 15-20% e di oltre il 30%, Europa dell’Est e infine Africa), offriranno un contributo significativo alla crescita”.