A Lineapelle, le oltre 1.270 aziende presenti in fiera hanno esposto le nuove collezioni per l’autunno-inverno 2020/21, stagione cruciale soprattutto per le concerie che continuano a rappresentare la parte principale dell’offerta, occupando la metà dei padiglioni e generando un giro d’affari che soltanto in Italia arriva a sfiorare i 5 miliardi di euro. Ma questa volta, più che sui trend, l’accento è stato posto sui contenuti green delle pelli e sulla sostenibilità del ciclo produttivo di un materiale che è il risultato del recupero di un sottoprodotto dell’industria alimentare.
Così le concerie hanno puntato gran parte dei loro sforzi nel trasferire ai clienti della moda e del lusso la certezza di una pelle non solo “pulita”, ma anche pienamente inserita nel contesto dell’economia circolare. Lo stesso ha fatto l’organizzazione della fiera, creando uno spazio dedicato al recupero degli scarti di produzione e alla loro trasformazione in materie prime di altri comparti (edilizia, infrastrutture, agricoltura), spazio denominato The leather (re)cycling exhibition.
Con questa comunicazione più efficace della propria sostenibilità, il mondo della concia punta a invertire la china rispetto alla congiuntura negativa del primo semestre, condizionato dalla flessione della domanda per calzatura e automotive, mentre la pelletteria continua a offrire soddisfazioni. Ne parlano, intervistati da PambiancoTv: Marco Toscano (CEO di Chiorino Technology), Viola Dalle Mese (direttore marketing e comunicazione di Montebello), Antonio Quirici (presidente del consorzio Cuoio di Toscana), Simone Castellani (direttore commerciale di Sciarada), Alessandro Iliprandi (presidente e CEO di Bonaudo) e Alessandra Wilson (sales manager di Marbella Pellami).