Salire sul grattacielo più alto d’Italia (50 piani per 207 metri totali) con il suo progettista, l’architetto giapponese Arata Isozaki e vedere materializzata la sua visione dell’architettura. Tutto questo è quanto è successo in occasione della presentazione alla stampa della Torre Isozaki, quella che lui ama definire la ‘endless tower’. Sta dunque per vedere la conclusione dei lavori il cantiere della torre di Citylife, presto il più grande quartiere in Europa chiuso al traffico, ed è già totalmente venduta per 367 milioni di euro al gruppo assicurativo tedesco Allianz che la trasformerà nel suo headquarter. Vi lavoreranno 3.500 persone in 50mila mq di locali.
Progettata nel 2004 (sarà pronta per aprile 2015, un mese prima di Expo), la torre svetta nel cielo milanese superando in altezza i tre palazzi che Isozaki ha osservato, prima di disegnare la sua idea, per comprendere la realtà urbanistica della città: Torre Velasca, Duomo e Pirellone.
Considerato uno dei maestri dell’architettura giapponese degli ultimi decenni del secolo, Isozaki elabora personali teorie sulla forma architettonica che si traducono in opere dalla ricercata geometria, a volte rappresentata da volumi monolitici, come nel caso della Torre Isozaki, a volte dalla combinazione complessa di volumi primari, ma con un esito sempre monumentale. Ogni sua opera si basa sull’intento di cercare di armonizzare uomo e contesto.
“Le metropoli moderne avranno sempre più la necessità di espandersi verticalmente con i grattacieli – spiega Isozaki – e nel progettarli bisogna considerare le caratteristiche dell’ambiente, l’impatto del vento o dei terremoti frequenti in Giappone. Bisogna creare strutture dinamiche e snelle. In qualità di creativo, di architetto ogni mio progetto deve proporre un elemento innovativo tenendo però in conto le necessarie leggi del rapporto tra individuo e ambiente. In questa torre sono riuscito a realizzare alcune delle mie idee. Ne sono felice.”
Il concept architettonico, che porta anche la firma dello studio Andrea Maffei Architects, si ispira al modello della endless column di Brancusi, come metafora di una costruzione che non conosce limiti nella sua aspirazione alla massima verticalità, ed è reso attraverso la realizzazione di sistemi modulari di facciata ricurva replicati per tutta l’altezza. Internamente, l’edificio si caratterizza per una modulazione estremamente flessibile degli spazi, completamente illuminati da luce naturale.
La torre è fortemente connessa al tessuto urbano attraverso un sistema di viabilità interrata che garantisce l’accesso veicolare ai parcheggi dedicati, oltre ad essere raggiungibile direttamente in metropolitana: passando attraverso l’area commerciale (per il momento ancora solo sulla carta) con negozi, ristoranti e bar, si potrà accedere agli spazi uffici direttamente dalla stazione della nuova linea M5 nel cuore della Piazza di CityLife. Si accede alla torre attraverso una lobby a doppia altezza.
Al piede della torre, quattro puntoni color oro alti 40/60 metri che arrivano all’11esimo piano, composti da elementi in acciaio e forgiati, consentono all’ingegneria di unirsi al design, trasformando un elemento strutturale in immagine estetica. La facciata in vetro copre una superficie pari a 24mila mq ed è composta da circa 4.500 elementi a ‘cellula’. Sui lati corti della torre corrono 14 ascensori, di cui 3 ascensori panoramici per lato, completamente trasparenti, che con la velocità di 7 metri al secondo permetteranno di raggiungere l’ultimo piano della torre in meno di 40 secondi. La torre sarà alimentata prevalentemente da fonti di energia rinnovabile, tra cui teleriscaldamento e pannelli fotovoltaici.
“La Torre si inserisce nel progetto integrato Citylife – commenta Armando Borghi, AD di Citylife interamente controllata dal Gruppo Generali – che è composto da tre grandi linee di sviluppo. La Torre che sarà adibita ad uso uffici, un grande retail park che verrà realizzato sotto le tre torri, e la parte residenziale che si compone del lotto Hadid e del lotto Libeskind. Abbiamo avuto un buon feedback da parte dei privati, abbiamo infatti venduto il 50% del costruito e per favorire le vendite stiamo valutando modalità innovative. Qualcosa che è molto simile al leasing delle auto che permetterà a un target più giovane rispetto al nostro cliente medio di poter accedere all’acquisto delle residenze Citylife.”