Sta vivendo un momento d’oro Vhernier, azienda di gioielleria nata nel 1984 a Valenza come laboratorio orafo e acquisita nel 2001 da Carlo Traglio, che ne è presidente, AD, ma anche mente creativa. E proprio Traglio, deus ex machina dello sviluppo del marchio che nel 2010 è cresciuto del 37% con un fatturato di 11,7 milioni di euro, ci ha fatto un quadro della realtà di Vhernier, tra espansione internazionale, design e diversificazione, sempre all’insegna della qualità.
La sua è una storia particolare, non proviene dal mondo della gioielleria… Come è scoccata la scintilla?
La gioielleria è una mia passione fin da bambino, pensi che ho disegnato i primi gioielli a 10 anni. Tuttavia ho svolto studi in un ambito differente e, una volta laureato, ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia, che si occupava dell’imbottigliamento della Coca Cola. Per 20 anni ho così accantonato la mia passione finché, a 40 anni, ho lasciato l’azienda di famiglia e ho iniziato questa avventura con l’acquisizione di Vhernier.
Come è distribuito il prodotto?
L’azienda distribuiva tramite il canale tradizionale, una rete di gioiellerie multibrand in tutto il mondo. In seguito, con il mio ingresso, abbiamo iniziato ad aprire dei negozi monomarca che, ad oggi, sono una decina tra Italia e mondo. Poi siamo anche distribuiti in gioiellerie indipendenti qualificate e da alcuni selezionati retailer come Saks Fifth Avenue e Neiman Marcus.
Ci sono ulteriori opening in vista?
La prossima apertura è prevista a Dubai tra fine anno e inizio 2012. Un traguardo appena raggiunto, dopo aver concluso un contratto molto elaborato e difficoltoso con un partner locale.
Il vostro stile è particolare, come lo descriverebbe?
Vhernier è certamente una gioielleria atipica rispetto a quella tradizionale. Proponiamo un gioiello estremamente disegnato, frutto anche di contaminazioni trasversali, legate all’arte, al design industriale e all’architettura. Lo definirei un gioiello architettonico.
Anche voi guardate alla brand extension con il lancio di una mini-linea di borse…
Abbiamo creato una mini-collezione di borse tailor made che possono essere personalizzate scegliendo il colore tra una vasta gamma ed applicando le nostre spille gioiello. L’idea era quella di proporre un prodotto di eccellenza, in pochissimi pezzi (sono solo dieci) e in un materiale prezioso come il coccodrillo, che facesse da supporto alle nostre spille.
Recentemente avete acquisito l’argenteria De Vecchi. È in quest’ottica di trasversalità che è nata l’operazione?
Innanzitutto De Vecchi è un marchio di grande tradizione italiana, sia a livello di fattura, quindi un grande argentiere, che a livello di design. Le creazioni De Vecchi fanno parte del movimento artistico futurista e sono state esposte alla Triennale di Milano. Di fatto anche De Vecchi come Vhernier è legato a più settori, di conseguenza ci è sembrata un’acquisizione giusta, molto vicina al nostro modo di pensare e di agire.
Quando verrà presentata la prima collezione firmata da Vhernier per De Vecchi, e dove verrà distribuita?
Dovrebbe essere pronta entro la fine del 2011 e sarà in vendita esclusivamente nei monomarca Vhernier per il primo anno, mentre in seguito, con tutta probabilità, passerà anche alla distribuzione wholesale.
In occasione della design week milanese avete collaborato con un’azienda di cucine, Boffi, come nasce questa partnership?
Boffi è conosciuta per il design e l’eccellenza italiana, che abbiamo voluto omaggiare ospitando le cucine nel nostro store di via Santo Spirito a Milano. È un’unione tra due aziende provenienti da mondi differenti, ma che hanno in comune il valore della qualità e del design, sia esso applicato a dimensioni grandi come le cucine Boffi, o piccole come i gioielli Vhernier.
Vhernier ha chiuso il 2010 con un +37% sul 2009. Quali sono stati i principali fattori che hanno portato a questo risultato?
Ciò che ci ha dato una forte spinta è stato l’upgrade del prodotto, il fatto di proporre creazioni con un valore qualitativo sempre più alto. Vhernier, come tutte le aziende che hanno un prodotto di qualità oggettivamente dimostrabile, non ha risentito della crisi ed ha chiuso già il 2009 con una crescita del 7%. Il 2010 non è stato che una conferma di questo trend estremamente favorevole.
Quali sono le previsioni per il 2011?
Anche le previsioni per l’esercizio in corso rispecchiano l’andamento positivo del 2010, si stima infatti una crescita del 20%.
Come vede Vhernier nel futuro?
Per quanto riguarda il futuro di Vhernier, ma anche quello del gioiello in generale, a mio avviso la carta vincente è la qualità. E quando parlo di qualità, non la intendo necessariamente soltanto in termini di valore intrinseco dei materiali, ma anche e soprattutto di fattura, di design e di contenuti intellettuali e creativi.