Alla Milano Design Week il Fuorisalone sperimentale e internazionale “ex Lambrate” si sdoppia quest’anno tra gli spazi di via Ferrante Aporti con ‘Ventura Centrale’ e tre inedite location in zona Loreto per ‘Ventura Future’.
Ventura Future si snoda in un itinerario che parte da viale Abruzzi 42 all’interno dell’ex Facoltà di Farmacia dove sono presenti molte accademie internazionali. Di particolare rilievo, qui, l’allestimento del College Koning Willem I, una riflessione sul tema della guerra e di cosa diventa prioritario in un contesto del genere tra Salute, Sicurezza, Educazione e su quale sarebbe la nostra reazione se rischiassimo la vita ogni giorno, ovvero se preferiremmo partecipare alla guerra o schierarci con i rifugiati.
Il percorso prosegue con FutureDome in via Paisiello 6, un museo indipendente allestito in uno spazio residenziale precedentemente noto come luogo d’incontro del movimento futurista e oggi diventato luogo di ricerca, sperimentazione e ospitalità per i nuovi talenti dell’arte contemporanea. In questo palazzo Liberty è possibile confrontarsi con il design italiano di alto livello di Editions Milano, Mingardo e Mason. Di grande interesse anche la riflessione sul tema dell’eco-sostenibilità che porta diversi designer a ideare e produrre elementi d’arredo con materiali di riciclo come la plastica.
C’è poi chi vuole provocare il visitatore con una proposta ‘schock’, è il caso di ‘Wasted’ del designer olandese Diederik Schneemann e del fotografo Aldwin van Krimpen che mette in mostra il contenuto dei nostri sacchetti della spazzatura, un accumulo di rifiuti non biodegradabili che nella vita di tutti i giorni preferiremmo non guardare, rimodellando i rifiuti in piatti di cibo.
‘Patch’, dello studio UM Project con sede a Brooklyn, è un progetto in cui le reti, la connettività e un’ipotesi di futuro con case e città intelligenti sono protagoniste.
Disturbante, sempre al FutureDome, è l’installazione ‘HH: una visione olandese di salute e felicità’ di 7 designer che presentano progetti per il progresso nel campo della medicina. Questo tema evoca molte e importanti domande su, ad esempio, quanto siamo disposti ad andare lontano per creare bambini più sani. Ecco dunque che Tamara Hoogeweegen invita il visitatore ad interagire con l’allestimento portandolo a pensare in modo critico al tema della manipolazione genetica spingendolo ad esprimersi ed esporsi in prima persona.
Il tour di Ventura Future termina in via Donatello 36 dove all’interno di un “Loft” è lo spettatore a diventare il fulcro della mostra e sarà costantemente tenuto d’occhio. Jelle Mastenbroek, Daniel de Bruin e il loro ingegnere Bas Bakx hanno, infatti, pensato un’installazione che traccia e reagisce seguendo i movimenti oculari degli spettatori.