Lo sviluppo retail di Zucchi in Italia passa da Milano. Il gruppo dell’home textile ha aperto le porte del punto vendita di corso Genova, un flagship che mira ad essere non solo uno spazio espositivo, ma anche un luogo di incontro e di scoperta della tradizione a cui fa riferimento l’azienda. Sviluppato su una superficie totale di 440 metri quadrati disposti su due livelli, il monomarca Zucchi Home Fashion propone al piano superiore un’area adibita a laboratorio che ospita una collezione di antichi blocchi di stampa di legno e metallo che a fine ‘800 erano utilizzati per stampare i tessuti. “Il nuovo concept è pensato per svecchiare la casa, e per renderla più bella e più facile da vivere”, spiega a PambiancoTv Riccardo Carradori, amministratore delegato di Zucchi Group.
La società quotata in Borsa a cui fanno capo i due marchi di proprietà Zucchi e Bassetti ha varato un aumento di capitale, che al momento è ancora in corso: “Si sono aperte le contrattazioni sui titoli – precisa il numero uno dell’azienda – che per l’aumento di capitale aperto al pubblico pari a 20 milioni si concluderanno nella giornata di venerdì 23 dicembre, mentre la parte riservata alle banche, il cui tasso di conversione è stato molto favorevole alla società, è tesa a convertire 15 milioni di euro in capitale e finirà il 30 dicembre”. Solo in quel momento si potrà fare il punto sulle sottoscrizioni, per ora ferme al 25%, “ma quel che è certo è che l’anno inizierà con una discreta dotazione di cassa a supporto del progetto di espansione del piano di investimento che prevede 28 milioni in 5 anni e che è concentrato sull’internazionalizzazione”, continua Carradori.
L’espansione oltre confine intende declinare lo stesso concept nei Paesi di interesse per l’azienda: primo fra tutti il Brasile, dove a ottobre sono stati inaugurati tre punti vendita, oltre che la Cina e gli Stati Uniti, dove si è riscontrato un grande interesse da parte dei department store. Per il 2014 “l’obiettivo continua a essere il break even”, grazie a una politica di rilancio “che lavora sulla redditività di attacco piuttosto che di difesa. Abbiamo fatto in modo che il taglio dei costi incidessi relativamente, preferendo puntare tutto sul rilancio”, conclude Carradori.