Si sono chiuse nei giorni scorsi le celebrazioni del centenario della Fratelli Guzzini con la presentazione, alla Triennale di Milano, del libro “Guzzini. Infinito design italiano.”
“Dopo un anno di eventi dedicati ai nostri 100 anni – ha raccontato il presidente Domenico Guzzini a PambiancoTV – abbiamo scelto Milano come tappa conclusiva perché riteniamo la città capitale del design, e perché è un po’ la nostra seconda casa. Milano offre tante occasioni alle aziende e ai giovani. La Triennale poi è il tempio del design e dell’arte.”
Il libro è nato dall’incontro tra l’imprenditore e il designer e giornalista Moreno Gentili, che infatti ne è il curatore. “Un personaggio particolarmente creativo e originale – continua il presidente – con il quale siamo riusciti a realizzare un volume su 100 anni di storia non noioso ma gioioso, colorato e frutto di vari contributi a livello nazionale e internazionale di importanti esponenti delle eccellenze del made in Italy, da Luca Cordero di Montezemolo a Diego Della Valle fino a Oscar Farinetti, presidente di Eataly.
“Il design del food venderà all’estero” si sbilancia proprio Farinetti, che con Eataly esporta il cibo d’eccellenza italiano. “La vera grande opportunità per l’Italia è l’estero – prosegue – e noi dobbiamo tentare di raddoppiare le esportazioni nel giro di 3-4 anni se vogliamo tenere in piedi l’occupazione nel nostro Paese. Il mondo desidera il nostro cibo, il nostro design, la nostra moda. Dobbiamo puntare sulle nostre vocazioni. Il design del food ha chance altrettanto grandi quanto il food stesso all’estero. Questo rapporto tra contenuto e contenitori rende molto facile vendere all’estero gli oggetti di design congeniali al cibo italiano”.
“L’export – conferma Domenico Guzzini – si conferma una valvola di sfogo per le aziende italiane. Nel nostro Paese, purtroppo, in questo momento non possiamo pensare di crescere, l’obiettivo è confermare le performance dell’anno scorso sul mercato nazionale, mentre puntiamo a crescere in Nord America, Brasile, Far East e Medio Oriente. In Italia nel 2012 abbiamo registrato un calo di fatturato del 10%, è un buon risultato se si considera che l’Italia è arretrata del 15%. L’estero, nel nostro caso, è riuscito a compensare una parte del calo del mercato domestico che per noi rappresenta ancora il 55% del fatturato e quindi si fa sentire”.
Per il settore del complemento d’arredo il 2012 è stato un anno molto duro, spiega Guzzini, che prevede il prosieguo di questo trend anche per i primi sei mesi del 2013. “C’è grande incertezza sul quadro politico italiano, non sappiamo chi e come ci governerà, e questa situazione si ripercuote sull’economia.”
Per uscire dalla crisi l’imprenditore individua due rimedi, da un lato l’innovazione e la ricerca sul prodotto, dall’altro le sinergie con aziende complementari del settore: “facendo sistema – spiega – è più facile avviare investimenti all’estero, creare strutture commerciali e filiali.”
Per quanto riguarda l’innovazione sarà quella tecnologica a caratterizzare i nuovi prodotti dell’azienda, che hanno già ottenuto un buon riscontro di pubblico e buyer a Maison&Objet e Macef. “A Parigi abbiamo riscontrato un grosso apprezzamento da parte della nostra clientela francese, che dopo l’Italia per noi è il secondo mercato. I nuovi prodotti sono stati accolti bene e questo ci rende fiduciosi anche per gli altri mercati. Per quanto riguarda l’affluenza in fiera di visitatori e buyer quest’anno ho notato un calo, forse anche a causa del maltempo che ha bloccato gli aeroporti. Non si può negare però che la crisi abbia giocato un ruolo importante, anche in Francia.”
Ma i 100 anni di successi della Fratelli Guzzini, ci tiene a ricordare l’AD Adolfo Guzzini, dipendono anche dalla razionalità e lungimiranza dei membri della famiglia, che già negli anni 80 sottoscrissero un “patto“ a maglie strette ma destinato ad evolversi nel tempo, atto a garantire continuità aziendale e libertà imprenditoriale, accanto ai familiari più aziendalisti altri hanno preferito tentare esperienze diverse avviando attività indipendenti, ma rimanendo sempre in armonia con la famiglia.