La moda è alla ricerca di concretezza. Dopo aver inanellato annunci di sostenibilità negli ultimi anni, il fashion sembra ormai aver raggiunto una maturità sull’argomento e, soprattutto, aver iniziato ad intraprendere la via della realizzazione dei progetti green. Lo conferma Carbonsink, società che fornisce consulenza strategica e personalizzata nei settori di carbon management, carbon neutrality e strategia net-zero nel corso dell’intervento al 27° Fashion Summit Pambianco PwC. Secondo Guido Alfani, General manager Carbonsink, “c’è una necessità di concretezza. E nei percorsi verso l’obiettivo net-zero, pur essendo ancora molto da fare, la moda, quanto meno dal punto di vista delle società quotate, è sulla strada giusta”. E, soprattutto, alle azioni va accompagnata anche una comunicazione adeguata, uno storytelling sulla sostenibilità che spesso è assente.
Secondo Alfani, “nel mondo del fashion c’è grande impegno. Si parla di filiere articolate, complesse che vedono coinvolte grandi aziende ma anche piccole e medie realtà che stanno sviluppando progressivamente competenze e percorsi di riduzione e misurazione e compensazione delle emissioni ad oggi non eliminabili”. Gli strumenti in mano alle aziende sono diversi e già strutturati. ” Ci sono strumenti di protocolli metodologici riconosciuti a livello internazionali. Ricordo che è necessario rifarsi a quanto già riconosciuto a livello internazionale, per uscire da approcci autoreferenziali. Gli standard di riferimento, inoltre, consentono di andare alla fonte dei dati primari delle filiere e vanno a confrontarsi con obiettivi internazionali da Parigi in poi. Stessa cosa per le emissioni non eliminabili. In questo caso – continua Alfano – esistono standard che definiscono quali sono quei progetti di mitigazione e come vanno sviluppati. Si sviluppano in Paesi in via di sviluppo dove è necessario portare competenze dove è necessario portare non solo finanza ma anche competenze di varia natura”.
Nel corso della ricerca presentata sul palco del Fashion Summit è emerso come, sul tema misurazione, secondo dati Cdp (Carbon Disclosure Project), circa la metà delle aziende rendiconta almeno una delle tre categorie rilevanti, ovvero trasporti, acquisto materie prime o fine vita prodotti. Sulla scia si Parigi è nata l’iniziativa Science Based Target Iniziative per misurare livello di ambizione di questi target. “Secondo i dati raccolti, le realtà europee si pongono bene”. Sul fronte della compensazione, che significa l’acquisto di crediti di carbonio sul mercato volontario per compensare emissioni ad oggi non ancora eliminabili, è da segnalare come al vertice