Millennials e Gen Z sono i principali interlocutori del settore beauty. La loro disponibilità di spesa è superiore a quella delle generazioni precedenti. Il beauty deve dunque ripensarsi per rispondere alle esigenze di questo tipo di consumatore, digitalizzato ed estremamente attento alla sostenibilità, che sta ridefinendo il concetto tradizionale di bellezza e cosmesi. “Il digital ha avuto un effetto dirompente nel settore – ha commentato Erika Andreetta, partner Pwc, in occasione del 3° Beauty Summit Pambianco organizzato con Condé Nast Italia, presso la sede di Borsa Italiana – e sono in aumento servizi e device tech che guidano gli acquisti. Per questo i player del settore utilizzeranno attivamente tecnologie come realtà aumentata, virtual reality e voice per migliorare e personalizzare le esperienze di shopping online e stanno sviluppando app per facilitare il mobile commerce”.
La sostenibilità si attesta il trend trainante con un approccio natural, green e clean che diventa quindi un’esigenza e non una semplice moda, specie per i millennials, che preferiscono prodotti naturali. “Il secondo trend emergente è la premiumization del prodotto – ha proseguito Andreetta – e il segmento premium registra infatti una crescita più rapida rispetto a quello mass, trainato dalla crescente appeal per i consumatori di prodotti di alta qualità e di esperienze su misura”. Il terzo è la Digital Disruption. “Il digital, come ho già detto, ha avuto un effetto dirompente nel settore. È in rapido aumento l’utilizzo della diagnostica intelligente, ovvero servizi e device tech che guidano gli acquisti e in un futuro non troppo lontano realtà aumentata e intelligenza artificiale consentiranno assistenti personali nella scelta di skincare e make-up”, ha concluso.
Quasi il 60% dei consumatori nel mondo ha acquistato online prodotti di health & beauty almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Sebbene gli store rimangano un canale vitale per la bellezza (rappresentano l’80% del mercato), il panorama distributivo globale sta cambiando. In particolare, le vendite online sono quasi raddoppiate in valore assoluto dal 2013 al 2017 (da 17 miliardi di euro a 33 miliardi) e presentano un tasso di crescita superiore alla crescita delle vendite in store. Dalla survey, su 22mila consumatori emerge inoltre come gli Amazon shopper o Alibaba nel mondo siano circa il 65% del campione, con picchi del 95% in Cina per le piattaforme JD/Tmall. Inoltre, l’e-commerce si svilupperà ulteriormente con la diffusione di piattaforme social ‘ibride’ come come nuovi canali di vendita.