Nonostante l’ombra della crisi globale, la 93esima edizione di Micam ha raccolto 821 brand che presentano le proprie collezioni autunno/inverno 2022-2023 sotto il segno di “Better Together”, il claim che unisce ancora una volta le fiere della moda in occasione del ritorno in pista per il nuovo anno. Il salone promosso da Assocalzaturifici e dedicato all’intero comparto calzaturiero anima gli spazi di Fieramilano Rho da domenica 13 fino a oggi 15 marzo.
A preoccupare il settore, l’inflazione che si ripercuote su costi di materie prime, energia e logistica e l’aggravarsi della guerra tra Russia e Ucraina, le cui conseguenze non sono ancora quantificabili, ha raccontato a Pambianconews Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici. “Facciamo appello alle istituzioni perché ci diano una mano”, ha spiegato. “Noi come Assocalzaturifici abbiamo firmato con Smi e le sigle sindacali un protocollo e chiesto un incontro al ministro Andrea Orlando il più presto possibile. Tra le cose importanti da chiedere, ancora l’intervento di cassa integrazione a zero costi per le aziende come nel periodo del Covid e un occhio al rincaro dell’energia per cui ci stiamo appellando al ministro delle finanze affinché intervenga”.
Un’edizione in chiaroscuro, dunque, ma comunque incentrata sul ritorno dei buyer internazionali (nonostante la prevedibile assenza di Russia, Cina e Giappone), innovazione e sostenibilità. Tra le novità della kermesse, la Micam Green Zone presso il padiglione 7 della fiera, un laboratorio di idee e un spazio di promozione rivolto alle aziende sul tema della produzione responsabile. Al debutto inoltre Vcs (Verified and Certified Steps), il marchio di certificazione di proprietà di Assocalzaturifici, studiato per l’industria calzaturiera che punta ai più alti standard di sostenibilità.
Si conferma poi il focus sui nuovi talenti con ‘Emerging Designers’, nell’ambito del quale 12 nuove voci del panorama internazionale selezionate in esclusiva per la manifestazione da una giuria di esperti. E infine Micam X, think tank dedicato all’innovazione su alcuni dei temi più caldi dell’agenda del settore.
“Il 2021 è stato un anno interessante”, ha commentato Badon a proposito delle performance del calzaturiero italiano nell’anno passato, chiuso a 12,7 miliardi di fatturato con una crescita del 18,7% sul 2020 ma ancora in calo dell’11% sul 2019. “Se le autorità non ci danno una mano con ristori, cassa integrazione e quant’altro la situazione diventa davvero problematica”, spiega il presidente. Il raggiungimento dei livelli pre-Covid, atteso per quest’anno, è quindi ora in stand-by e dipenderà dalle evoluzioni del panorama globale.