Un 2022 all’insegna della piena ripartenza per Banfi. Nell’anno, la cantina fondata nel 1978 dalla famiglia Mariani con sede a Montalcino lancerà due progetti pensati nel pre-Covid ma che, proprio per via della pandemia, non hanno visto la luce fino ad ora. Il primo riguarda il Brunello Ambassador Club Banfi, “un club esclusivo, ma aperto, dove andremo a gratificare e riconoscere i personaggi come ristoratori ed enoteche, prima in Italia poi a livello internazionale, che hanno creduto fin dall’inizio nel nostro Brunello”, spiega a Pambianco Wine&Food Rodolfo Maralli, sales and marketing director di Banfi.
Il Brunello rappresenta infatti l’asset produttivo ed economico più importante dell’azienda toscana (con oltre 600mila bottiglie prodotte annualmente con le diverse etichette) che, oltre ad essere operativa a Montalcino, è attiva anche negli altri territori regionali, quali Bolgheri, Maremma, Chianti e Chianti Classico. A questi si aggiunge, fuori regione, il Piemonte, con quella che oggi si chiama Banfi Piemonte.
Oltre al Club dedicato al Brunello, vedrà poi la luce il Banfi Club, “una piattaforma online inizialmente esclusiva, che verrà poi poi allargata pian piano anche a una clientela internazionale”.
L’anno si prospetta quindi pieno di novità per Banfi, che conta non solo di ritornare ai livelli pre-Covid ma anche di superarli. Il nuovo esercizio è infatti “partito benissimo, oltre le aspettative”, spiega Maralli. “E la cosa interessante è la polarizzazione del mercato: si sta vendendo molto Brunello di Montalcino, tanto che iniziamo a riscontrare qualche difficoltà nel far fronte alla domanda, ed entry level”. Il prodotto medio, di contro, sta soffrendo”. In ogni caso “contiamo di fare un anno di grande crescita e di superare finalmente il pre-Covid” forti anche di “una distribuzione più equilibrata su tutti canali”.
Gli ultimi due anni hanno infatti consentito alla cantina di correggere alcuni processi interni: “abbiamo lavorato su distribuzione e omnicanalità creando finalmente sinergia tra distribuzione moderna, on premise e online e questo ci ha consentito di proiettarci verso il futuro con una forza e consapevolezza maggiore”.
Il 2021, nello specifico, è stato un anno che “ci ha permesso di recuperare quasi integralmente quanto perso nel 2020“, con un +30% che ha portato l’azienda ha quota 59 milioni di ricavi, contro i 45 milioni del 2020 e i 69 milioni del 2019. E il recupero è avvenuto in tutti i mercati principali, “Nord America, Europa e soprattutto Asia”, conclude Maralli.