Con oltre 540 milioni di euro di fatturato, Elica è cresciuta dagli anni Settanta quando fu fondata come azienda famigliare, mettendosi in discussione: ha aperto il capitale, si è managerializzata, ha intrapreso un percorso di crescita internazionale, ha fatto acquisizioni, ha cercato un partner finanziario importante come Tip e si è quotata in Borsa nel 2006 sul segmento Star. “Siamo partiti da un prodotto ‘banale’ come la cappa da cucina – esordisce Francesco Casoli presidente esecutivo di Elica – ma lo abbiamo investito di design ed esportato nel mondo, dove oggi realizziamo il 90% del nostro fatturato”.
L’ingresso in Borsa per una realtà locale come era Elica in passato ha permesso all’azienda di fare un salto di qualità, di ottenere visibilità e di attrarre talenti. “Ci siamo messi in gioco accettando il confronto costante con il mercato e gli investitori”, spiega Casoli nel corso della fireside chat con Barbara Lunghi Head of Listing Sales Italy di Borsa Italiana all’8° Pambianco – Interni Design Summit.
La domanda da porsi, secondo il manager, è come fare per valorizzare il sistema, “come aiutare Borsa Italiana a valorizzare le aziende come le nostre, in un sistema europeo così competitivo?”. Per Casoli bisogna seguire il modello francese che è riuscito a creare poli di aggregazione in diversi settori, dalla moda all’alimentare, che il mercato apprezza e valorizza. Perché, si chiede Casoli, “noi italiani non riusciamo ancora a effettuare quel salto reputazionale a livello internazionale”.
Guardando avanti, Casoli si pone come obiettivi l’innovazione di prodotto (Elica ha appena lanciato il forno ‘Love’ con piano cottura e aspirazione integrate) e l’internazionalizzazione verso Nord America ed Europa, ma anche verso nuovi mercati. “Siamo molto competitivi e ci impegniamo per guadagnare quote di mercato”, ma non solo, Elica infatti punta a diversificare la proposta di gamma estendendo la propria specializzazione dall’aspirazione alla cottura.
“Il consiglio che mi sento di dare alle aziende non ancora quotate è di buttarsi”, chiosa Casoli, dopo la disanima dei pro e contro della presenza in Borsa, dicendosi convinto che la crescita importante riportata dall’azienda dipenda, in parte, proprio dall’essere quotati e dalla trasparenza che ne consegue. Guardando avanti, l’obiettivo primario è cercare sempre impegni sfidanti per mettersi in discussione e migliorare, ad esempio integrando l’innovazione tecnologica.
Sul fronte della sostenibilità, se nel prodotto di design si focalizza sulla scelta dei materiali e sul risparmio energetico, è in tema di motori elettrici (segmento in forte crescita per Elica) che l’azienda sta mettendo in atto le politiche sostenibili più impegnative. Buone pratiche che il “mercato non vede” ma che, conclude Casoli, un’azienda deve perseguire “per propria volontà, per combattere il cambiamento climatico. La differenza, rispetto al cosiddetto greenwashing, è la capacità di mantenere queste pratiche nel tempo. Ora tocca agli investitori riconoscere questo valore aggiunto e cercare le aziende migliori”.