Kiton accelera nel segmento womenswear. Il luxury brand partenopeo, noto in tutto il mondo per l’eccellenza sartoriale in ambito maschile, sta raccogliendo notevoli successi anche nel comparto donna che, dal 5%, è passato a rappresentante il 20% del fatturato. “Il nostro obbiettivo nei prossimi cinque anni è di equilibrio tra uomo e donna, cinquanta e cinquanta”, ha dichiarato ieri Antonio De Matteis, CEO di Kiton, durante il 27° Pambianco – Pwc Fashion Summit.
“Stiamo facendo molte relocation negli store già esistenti e tutti i nuovi store sono 50% donna e 50% uomo, a Milano ad esempio nel negozio riaperto subito dopo la pandemia c’è un piano per le collezioni femminili e uno per le maschili, questa strategia ci ha aiutato a far conoscere la linea donna. Oggi nello store di Roma, dove prima il womenswear era inesistente, le proposte per lei pesano il 51% sulle vendite e le donne, che comprano anche per gli uomini, rappresentano il 70% degli ingressi. Abbiamo inoltre appena concluso la relocation di Londra e aperto anche a Seoul e a Madison. Tutti questi negozi sono fortemente orientati a spingere il womenswear”, ha spiegato il manager.
In seguito alla pandemia hanno preso piede anche le proposte meno formali di Kiton ma, subito dopo l’emergenza sanitaria, sono tornati i completi pensati per l’occasioni d’uso e gli smoking per eventi, cocktail e matrimoni. Per quanto concerne i dati di fatturato il brand spera di chiudere l’anno in crescita del 25%, dopo il 2021 a quota 130 milioni, quasi in linea con il 2019: “Per il 2023 abbiamo concluso la campagna ordini primavera/estate 2023 in linea con le crescite degli ultimi due anni”, ha specificato De Matteis.
Sulla possibilità di un’eventuale quotazione in Borsa il manager è stato possibilista: “La quotazione è un obbiettivo per una realtà familiare che ha già la terza generazione in azienda. Abbiamo regole chiare e una struttura solida con bilancio certificato da vent’anni, la parte manageriale è esterna alla famiglia e in consiglio di amministrazione ci sono membri esterni alla proprietà. Siamo già abbastanza avanti, abbiamo fatto i patti di famiglia per la terza generazione. Sicuramente vorremmo raggiungere una dimensione più grossa e poi pensare alla quotazione”.