È una prospettiva di crescita del 10% il regalo che la Fedeli Cashmere, storica azienda di maglieria monzese, si augura di farsi per il suo 80esimo compleanno. Archiviato il 2013 con ricavi per 12 milioni di euro, con un incremento a una cifra, la realtà della maglieria made in Italy si pone come obiettivo per quest’anno di raggiungere la crescita a doppia cifra. “La campagna vendite della collezione estiva – spiega infatti a Pambianco Tv il titolare Luigi Fedeli dallo stand del marchio a Pitti Uomo – è andata benissimo. Abbiamo avuto un incremento del 40%, nonostante sia per noi la stagione più debole rispetto a quella invernale”. In Fortezza da Basso il marchio ha portato una collezione incentrata sullo studio dei punti della maglieria, in cui sono stati recuperati disegni dagli archivi storici e riproposti anche per cappellini, guanti e sciarpe. Il cashmere, in sette varianti di colore, ha fatto da protagonista, perfino nei lacci delle scarpe.
Fedeli, da sempre, è stata votata all’internazionalizzazione. “L’Italia – prosegue l’imprenditore – rappresenta oggi il 30% del fatturato. I mercati più importanti sono la Corea del Sud, dove abbiamo quattro punti vendita monomarca, e, a livello europeo, la Germania”. Ma per continuare a espandersi nei mercati mondiali, per molte aziende del made in Italy si pone la sfida delle grandi dimensioni, da raggiungere attraverso acquisizioni, con partnership o entrando nell’orbita di grandi aggregati. E se un ‘big’ del cashmere come Loro Piana ha deciso di passare nelle mani del colosso francese Lvmh, che cosa farebbe Fedeli se Bernard Arnault bussasse alla sua porta? “Se vendere l’azienda dovesse servire per crescere in modo importante – risponde Luigi Fedeli con un sorriso – prenderei l’offerta in considerazione. Al contrario, non disperderei le forze per acquisire un marchio più piccolo. La nostra idea è di focalizzarci sul core business”.