In fiera le ultime novità del settore. Mentre tra gli stand si parla di un business che, nonostante il calo dei matrimoni, sembra tenere grazie all’export.
Tra i marchi italiani 98 hanno scelto la manifestazione come appuntamento esclusivo data la sua centralità nel panorama delle manifestazioni di settore. Tra i nuovi ingressi di questa sezione gli stilisti Antonio Riva e Alessandra Rinaudo.i è conclusa positivamente con 7.318 visitatori professionali (in linea con lo scorso anno) l’edizione 2015 di Sì Sposaitalia Collezioni che si conferma la piattaforma internazionale di riferimento per il segmento bridal e cerimonia. In scena dal 22 al 25 maggio scorsi, la manifestazione ha chiuso in positivo anche grazie alla concomitanza con Expo che ha portato nel padiglione 3 di Fieramilanocity un più alto numero di visitatori e buyer stranieri, senza contare la partecipazione delle oltre venti delegazioni internazionali invitate da Ice-Ita. L’appuntamento principale del settore abiti da sposa‚ cerimonia uomo‚ donna‚ bambino e accessori ha visto la presenza di 181 marchi in mostra, 40% dei quali provenienti da 18 Paesi. “Tra i compratori internazionali – spiega a Pambianco Magazine il nuovo amministratore delegato di Fiera Milano, Corrado Peraboni – che rappresentano il 29% degli ingressi in manifestazione, i Paesi che registrano percentuali in aumento sono: Emirati Arabi, Usa, Gran Bretagna, Israele, Libano, Polonia e Romania. Leggermente sottotono invece Russia e Francia”. “Abbiamo nuovi espositori e graditi ritorni, come Alessandra Rinaudo e Antonio Riva – prosegue Peraboni -. Inoltre, grazie ad una attenta politica di selezione siamo riusciti a mantenere la manifestazione a un livello medio-alto”.
COLORE MA CON STILE
Percorrendo i corridoi del padiglione si evidenziano i trend di questa edizione. “C’è un ritorno all’abito romantico e ai suoi volumi importanti rispetto agli anni scorsi – racconta Antonio Riva, stilista fondatore del brand omonimo – quando si prediligeva l’abito scivolato. C’è quindi una richiesta di abiti strutturati”. La clientela chiede capi preziosi, con materiali ricercati, dai pizzi ai ricami. Il colore è presente ma con tocchi appena accennati, dal rosa al celeste polvere. Sempre in voga il chiaro assoluto del bianco seta. “Le spose oggi desiderano leggerezza ma anche sensualità nel dettaglio e nelle scollature – aggiunge Alessandra Rinaudo fondatrice e stilista di Nicole Spose – da modulare per il matrimonio”. Per lo sposo, la scelta è ampia. “Noi cerchiamo di individuare le diverse personalità dei clienti per offrire una proposta variegata nelle linee e nelle ispirazioni – afferma Stefania Vismara diArchetipo – dall’abito fashion al look dandy, trendy, fino ad arrivare all’uomo ‘principe’”.
MERCATO CHE VAI…
I mercati tradizionali per il business in bianco (sposa, sposo e accessori) sono Giappone e Medio Oriente ma si stanno aprendo opportunità interessanti nel Far East dove, accanto alla cerimonia in abiti tradizionali, fa seguito sovente una cerimonia in abiti occidentali, spesso italiani. “Anche la Russia, nonostante il rublo, è un mercato che funziona – commenta Andrea Miramonti di Pastore, che quest’anno in fiera debutta con la collezione couture da giorno – ma la Cina si sta decisamente aprendo al nostro prodotto”.
CRISI ‘MATRIMONIALE’
Il settore in Italia è ancora molto forte, il nostro Paese è il terzo al mondo per quanto riguarda l’abito da sposa, ma sta risentendo dei contraccolpi di una duplice crisi: da un lato quella economica che ha ridotto i budget di spesa dei clienti, dall’altro il calo dei matrimoni dovuto ad un cambiamento di mentalità. Se sul sistema valoriale delle persone le aziende hanno ben poco margine di intervento, a livello strategico un modo c’è per continuare a crescere: esportare. “Le aziende che operano maggiormente all’estero – conferma Peraboni – sono destinate ad andare meglio”. La situazione del mercato del bridal sta vivendo un momento di incertezza dovuto anche alla forte presenza sul mercato di grandi quantità di prodotto di importazione e soprattutto di provenienza cinese alla quale le aziende italiane rispondono con le loro peculiarità: innovazione, ricerca stilistica e di materiali. “Il mercato – dichiara Silvino Quaranta di Dalin – si può misurare in due macro-aree: quella del prodotto massificato e stereotipizzato cui si rivolge chi è colpito dalla crisi e quella del prodotto made in Italy”.
TRA EXPO(rt) E BRAND-EXTENSION
Sposaitalia si conferma appuntamento di riferimento per il mercato italiano del bridal ma quest’anno, grazie anche alla concomitanza con Expo, gli espositori hanno registrato un maggior afflusso di visitatori. Forse tra di essi ci sarà qualche nuovo cliente. In attesa di scoprirlo, sul fronte strategico le aziende continuano a focalizzarsi su prodotti di qualità per materiali e lavorazioni, per proposte 100% made in Italy. C’è poi chi pensa ad ampliamenti di gamma, “per il futuro prevediamo di introdurre il conformato – conclude Miramonti – per offrire ad ogni corporatura abiti di immagine e alla moda”.