Il secondo calco della Milano Design Plaza è stato impresso. Le mani sono quelle di Daniel Libeskind, l’archistar statunitense che , dopo l’architetto Dante O. Benini, ha lasciato traccia di sé presso il Refin studio di Foro Bonaparte. Così come Hollywood fa con le star del cinema, Milano chiamerà a raccolta almeno fino a Expo 2015 le eccellenze del design al fine di custodire le impronte della creatività mondiale. Dopo essere state impresse nel gesso, le impronte verranno poi rese “immortali” dalla riproduzione su piastrelle di gres porcellanato di ceramiche Refin (partner del progetto insieme a Bazzea).
“Lo scopo di Milano Design Plaza è quello di realizzare un museo a cielo aperto destinato a essere meta per tutti gli appassionati del design”, ha spiegato l’ideatore del progetto Danilo Premoli. “L’insieme delle piastrelle verranno regalate al Comune di Milano che deciderà dove collocarle in maniera permanente”.
Dal canto suo, Daniel Libeskind ha affermato in occasione del live handprint ai microfoni diPambiancoTV di essere “estremamente felice di partecipare a una simile iniziativa, che nasce da una bella idea”. Non è certo il primo progetto che il designer di fama mondiale ha pensato per la città di Milano: suo, in collaborazione con altri architetti, anche quello di Citylife, la riqualificazione del quartiere Fiera di Milano. “Mi sento parte della cultura italiana, e in particolare di quella milanese. Non mi posso sentire uno straniero, dopotutto ho vissuto qui per tanti anni sin dagli anni 80, mia figlia è nata qui. Mi considero parte dell’aria che si respira tra queste vie: Milano sarà per sempre la città del design”.
E alle critiche che sono state mosse in più occasioni ai suoi progetti, ‘colpevoli’ di essere troppo azzardati, risponde ridendo: “Siamo in una democrazia. They have all right to be wrong“.