“Il 2015 è stato un anno straordinario per le nostre cantine”. Matteo Lunelli, CEO del gruppo Lunelli e presidente e amministratore delegato di Cantine Ferrari, ricostruisce i risultati di un esercizio nel quale i dati economici (+10%, per un giro d’affari superiore agli 80 milioni di euro) hanno accompagnato una serie di riconoscimenti prestigiosi, a partire dal titolo di miglior produttore dell’anno al campionato mondiale delle bollicine per proseguire con quello di European Winery of the Year per Wine Enthusiast, concludendo la serie a Düsseldorf, durante l’ultimo Prowein, con la premiazione al Meininger Award ‘Excellence in Wine & Spirit’. “Nel mondo c’è sempre più consapevolezza – racconta Lunelli a Pambianco Tv – sul fatto che l’eccellenza delle bollicine non è solo francese. L’Italia possiede territori vocati, come Trentodoc, che esprimono aziende come la nostra, in grado di presentarsi sulla scena internazionale nell’alto di gamma con una storia ormai secolare alle spalle”.
La crescita 2015 è stata single digit in Italia, dove Ferrari predilige il posizionamento (puntando sui millesimati come Perlè, oltre naturalmente al top di gamma Giulio Ferrari) e la comunicazione dei valori su cui si basa il brand, e double digit all’estero, con investimenti mirati alle persone e alle partnership attraverso cui diffondere la conoscenza del marchio. Spicca l’accordo con The World’s 50 Best Restaurants, classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo, di cui la società trentina è diventata fornitrice della bollicina ufficiale dell’evento che si terrà quest’estate a New York e dove sarà assegnato il premio ‘Ferrari Trento Art of Hospitality Award’ al ristorante che, secondo i mille votanti del panel, si sarà distinto per il contenuto del servizio alla clientela.
Per quanto riguarda le altre società del gruppo, Matteo Lunelli ha recentemente comunicato l’ascesa all’80% delle quote in Bisol, marchio storico del Prosecco Docg, e non esclude l’ingresso in altri territori. “Teniamo sempre gli occhi aperti e siamo interessati a valutare ulteriori passi in termini di acquisizioni – prosegue Lunelli – a seconda delle opportunità che potrebbero presentarsi a breve o anche fra anni. Intanto siamo contenti dei marchi che abbiamo in casa, da Surgiva nelle acque minerali per il canale horeca a Segnana per le grappe, che fu la prima acquisizione effettuata dalla mia famiglia, fino alle tenute certificate bio in Umbria e Toscana per i vini fermi. Siamo un gruppo che vuole raccontare l’eccellenza del vino italiano”. L’obiettivo 2016? “Manterremo un ritmo di crescita tra il 7 e l’8%, frutto di un progresso del 5% in Italia e a due cifre nell’export, che presenta grandi opportunità a partire dagli Stati Uniti. Vogliamo inoltre portare in visita le persone nelle nostre cantine perché siamo convinti che l’incoming, per chi ha un territorio bellissimo da mostrare, sia il più efficace tra gli strumenti di marketing”.