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Dopo mezzanotte from PambiancoTv on Vimeo.

Dopo mezzanotte

24/09/2015
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    Un famoso film di Woody Allen ‘Midnight in Paris’ metteva in scena l’affascinante storia di un uomo che, ogni sera a mezzanotte, trovandosi in un luogo preciso della città, veniva ‘prelevato’ da una bella vettura d’epoca che appariva come per incanto dal nulla e lo trasportava negli anni 20. La ‘Belle Epoque‘ fatta di musica, locali, donne, alcool, sigarette, gangster e sesso.

    Anche a Milano, oggi, esiste un luogo le cui coordinate spaziali portano sul Naviglio Pavese. Ma le cui coordinate temporali lasciano spiazzati. Fuori, è il 2014, dentro sono gli anni 30, o giù di lì. Fuori è l’Italia, dentro l’America del Grande Gatsby. La location è il Salon Parisien, sede del locale Royal Burlesque, regno milanese indiscusso della cultura Retrò Vintage, sempre più in voga oggi. È un luogo pensato per i numerosi appassionati del genere burlesque: nato come spettacolo satirico nell’Inghilterra del XVIII secolo, dopo aver acquisito durante l’Ottocento caratteristiche più comiche e parodistiche, fu importato negli Stati Uniti dove venne molto apprezzato. A seguito degli adattamenti lo show finì con l’essere composto, alla fine del XIX secolo, da caricature, canzoni e danze di ballerine che eseguivano anche spogliarelli. Dopo aver perso il suo elemento caricaturale, lo spettacolo è divenuto sempre più simile al varietà.

    Questo è il tipo di performance proposta dalle Revue del locale. Entrando, l’unico elemento scenico che manca, per questioni di legge (e per fortuna), è l’atmosfera fumosa dei locali, tipica delle epoche che vanno dal proibizionismo (1921-1933) al genere noir cinematografico (anni Quaranta e Cinquanta). Mancano anche i musicisti dal vivo, sostituiti da dj specializzati nel genere. Per il resto, c’è tutto, aspetti piccanti, e relativa calda atmosfera d’attesa, compresi. Ed è giocato su toni raffinati, ironici, accattivanti e sensuali. Il locale è gestito dall’agenzia Voodoo De Luxe, fondata nel 2007 da Virgil Riccomi e Ivan Losi sulla scia della passione comune per la cultura vintage.

    “Organizziamo eventi d’epoca, siamo specializzati nel genere Burlesque – spiega a Mood Riccomi – ma facciamo tutto quello che riguarda il mondo retrò: dallo swing al lindy hop, al charleston. I parigini Lidò, Crazy Horse e Moulin Rouge sono la nostra ispirazione. Proponiamo cabaret dal mood internazionale. Nella nostra agenzia, infatti, abbiamo più di venti artisti stranieri, gran parte inglesi come Polly Rae e Bettsie Bon Bon, alcuni francesi e tedeschi. Inoltre, prendiamo artisti in tour.” Il Royal Burlesque Revue nasce nel febbraio 2009 nell’Apollo Dancing di Milano, per spostarsi nell’ottobre del 2010 al Salon Parisien. È facile farsi coinvolgere, e superare quella soggezione da ‘prima volta’ che prende (o riprende) sempre quando si entra in un posto del genere. Perché al centro delle serate c’è il pubblico, E il pubblico diventa un soggetto unico e uniforme, contaminato dalla ‘divisa’ dalle serate. “Negli anni – prosegue l’imprenditore che è anche il direttore creativo – il dress code ha rappresentato un punto 0di forza che ha permesso di far conoscere l’evento in tutto il mondo, rendendo Milano una delle capitali più importanti per l’intrattenimento Retro, Vintage e Burlesque. Il nostro pubblico ha voglia di farsi coinvolgere ed essere protagonista della serata, ne rispetta l’abbigliamento consigliato, contribuendo a creare un’atmosfera realistica, tanto da aver lanciato una piccola tendenza che Austria e Germania stanno cercano di riproporre.”

    All’interno, un salone giocato sui toni del rosso e del nero, un enorme lampadario di cristallo a illuminarne il centro, abat-jour rosse su ogni tavolo, cameriere ‘in divisa’ a servirli. On stage, palle da disco anni 80 miste a lampade retroilluminate e colorate. Al centro, una fonte dispensatrice di fumo bianco che avvolge le artiste nel loro alternarsi sul palco.

    È quando passa la mezzanotte che, per il pubblico, comincia la magia. Nessuno finge disinteresse. C’è chi si spinge sotto il palco. C’è chi ordina seduto al tavolo. Ma con gli occhi lassù. Dove il tempo è rapito dai vocalizzi raffinati di Polly Rae, dalla sensualità prorompente di Bettsie Bon Bon, dall’avanguardia noir di Vicky Butterfly. Corpi morbidi e seducenti che concludono le performance, incitati dal pubblico, con spogliarelli che permettono di intravedere, tra le piume, la pelle di un bianco puro. Intanto, nel backstage è un susseguirsi di cambi, trucchi, montaggio dei costumi, canti, brindisi a base di champagne e risate.

    Tra i tavoli e la pista da ballo – perché tra un ‘act’ (performance) e l’altro gli avventori, gran parte habitué, possono scatenarsi nel twist, e non solo – papillon e bretelle, cappelli in stile ‘The Untouchables’ e sigari, qualcuno con le divise da marinaio americane, contro collane di perle e spalle scoperte, piume alla Gloria Swanson, bocchini in stile Jessica Rabbit e pizzi scuri. L’età varia dai trent’anni (si scende a 25 per le donne) fino ai cinquanta. E tanta voglia di sentirsi Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca. L’intero aspetto estetico-grafico degli spettacoli, dall’ideazione e realizzazione dei costumi di scena fino all’impostazione del graphic design delle locandine, sorta di quadri in cui imperano attrici dell’epoca, è affidato a Sara Costantini, costume designer e moglie di Riccomi. Oltre ad essere la costumista ufficiale di alcune tra le più note performer Burlesque internazionali, tra cui la psichedelica e algida Vicky Butterfly. “Ho curato un evento dedicato al film The Great Gatsby con Leonardo Di Caprio – racconta Sara, nel suo abito anni 50 seduta a uno dei tavolini mentre le attrici provano sul palco – per il quale mi sono occupata di tutti i costumi ispirati al lungometraggio, che mette in scena gli anni folli, e per farlo la cosa migliore è immergersi nella storia. Era un periodo in cui le donne facevano sempre festa, amavano ballare, bere, fumare ed essere svestite. Grandi acconciature, miriadi di pailettes, frange e trucchi profondi.”

    “Il periodo che va dagli anni 20 ai 60 – prosegue Sara – è quello che ha fornito più materiale reinterpretabile dalla moda femminile di oggi. Se nei Venti gli abiti non erano sagomati, ma ricchi in lustrini, pizzi e frange, i Trenta e i Quaranta rispecchiano il momento in cui la donna esprime il suo massimo grado di femminilità ed eleganza. Gli anni 50, poi, sono facilmente seguibili grazie ai semplici ‘must’: pence, top, gonne a ruota e camicette. Mentre i Sessanta sono più sbarazzini. Questo per quanto riguarda l’abbigliamento off-stage. Il costume per lo show di burlesque è invece uno dei più complessi da costruire perché va progettato pensando a un’estetica estrema, sfarzosa, ricca di pietre e piume, ma anche alla funzionalità:  devono entrare in valigia quindi essere smontabili, pur con le loro parti rigide, e rimontabili velocemente.” Sei ore e mezza dopo l’apertura, di cui oltre due di performance, si spengono le luci, si chiude il sipario di velluto rosso. Sono le cinque del mattino. Resta la nostalgia di un’epoca andata, e la voglia di tornare. “Adoro le grandi feste, sono così intime, in quelle piccole non c’è nessuna privacy!” (The Great Gatsby, 2013)

     

    Category: Mood News & Eventi
    Tags: burlesquegreat gatsbyRevieRoyal BurlesqueSalon Parisienvitage retròVoodoo Deluxe
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