“Gli ultimi due anni sono stati di forte crescita e le previsioni 2023 in termini di numeri sono di superare i 50 milioni di euro di fatturato che vuol dire un grosso passo avanti rispetto al 2022. E questa è una previsione che stiamo già superando quasi a metà anno quindi siamo davvero molto positivi”. Queste le parole di Sergio Momo CEO e founder di Xerjoff intervenuto al 7° Beauty Summit di Pambianco in collaborazione con Freeda.
Intervistato da David Pambianco, CEO di Pambianco, Momo inizia a raccontare come è nato il brand di profumeria di nicchia e come si è evoluto nel panorama mondiale. Il marchio Xerjoff, il cui nome nasce dall’unione di Joff, il soprannome datogli dalla nonna materna e Sir il nickname aggiunto dai colleghi inglesi durante il periodo in cui Momo ha vissuto a Londra, è nato nel 2007 un po’ come una scommessa.
“Siamo partiti dal mercato russo e dal Medio Oriente – sottolinea Momo – e poi siamo arrivati in Italia in un secondo momento. Quando siamo sbracati in Russia la profumeria di nicchia stava arrivando, eravamo tra i primi e abbiamo trovato terreno fertile e i nostri prodotti hanno avuto un grande successo. Oggi purtroppo la Russia a causa della guerra non ha più molto peso, ma prima generava il 16/18% del nostro business”.
Oggi il brand è ben presente nei mercati chiave, che sono orami consolidati come il nord Europa e nord America, Messico incluso e Africa, dove c’è forte richiesta. “Soprattutto i mercati del Sud America e sud est asiatico stanno spingendo moltissimo. Sono proprio i nuovi mercati – continua Momo – a cercare i prodotti di profumeria artistica. Usare il termine nicchia oggi non è più appropriato per un fattore commerciale. Resta invece il fattore creativo e qualitativo perché la promessa di qualità, creatività e sperimentazione rimane sempre alla base di ogni nostra creazione”.
Sul fronte distributivo, Xerjoff, sta avviando un piano di espansione retail ed investendo per accelerare la crescita del loro e-commerce. “L’e-commerce è esploso durante il lockdown – incalza il CEO – oggi pesa circa 3 milioni di euro che sono paria a circa il 12% del nostro fatturato e l’obiettivo tra due anni è sicuramente di crescita e di arrivare a circa 20 milioni di euro. Oggi inoltre abbiamo 7 negozi diretti ed entro fine anno apriremo a Santorini, Francoforte e a Singapore, a cui seguiranno Doha e Miami con un distributore ed entro la fine del 2024 sarà la volta di New York. Il negozio monobrand è sicuramente più difficile da gestire ma è un investimento importantissimo a livello di comunicazione perché il nostro settore è fatto di storytelling, ed è quindi fondamentale la presenza fisica”.
Momo, che oltre a Xerjoff, possiede anche il marchio di lusso Casamorati che oggi pesa circa per il 23% del business del gruppo, pensa anche in futuro a potenziali nuove acquisizioni. “L’acquisizione di nuovi marchi sarebbe sicuramente un modo per portare avanti un discorso più ampio, che non deve però ovviamente distaccarsi dalla nostra strategia che oggi è vincente. Cercheremo quindi brand che condividano sia il posizionamento dei canali di vendita sia la metodologia di produzione”.