L’omnicanalità di un’azienda deve partire dalle persone, prima ancora che dalle tecnologie. Questo il messaggio più forte lanciato dal palco del primo convegno di Connecthub che, in collaborazione con Retail Institute Italy, ha organizzato nella sua sede mantovana un incontro dal titolo “Think global – act omnichannel”. Alla conferenza, cui hanno partecipato in qualità di relatori diversi manager del settore fashion, si è discusso di come costruire un’efficace relazione omnichannel con il proprio consumatore finale. Un obiettivo che, però, deve trovare terreno fertile in prima battuta in azienda, e in tutti i suoi dipartimenti. “Per arrivare al cliente come brand omnicanale, la gestione dei dipartimenti di un’azienda non può essere disgiunta, ma dev’essere condivisa da tutti i ruoli, anche e soprattutto dalle risorse umane. Serve maggiore cultura digitale a livello crossdipartimentale”, ha raccontato Tania Grigolo, a capo del business online di O Bag. “Bisogna partire dalle persone, il gruppo di lavoro deve avere un obiettivo comune, e digital e retail devono parlarsi”, le ha fatto eco Marco Benasedo, CIO di Boggi. Dello stesso parere anche Gionata Galdenzi, e-commerce manager di Aeffe Group, che sul palco ha raccontato il processo di internazionalizzazione delle vendite online, dopo 9 anni con Yoox, e ha tracciato un’analisi del comportamento d’acquisto dei consumatori. Un punto di vista sulla fiscalità lo ha invece fornito Alan Rhode, co-founder di Taxmen, il cui intervento si è focalizzato sui nuovi diritti dei consumatori e sulla riforma dell’Iva per l’e-commerce attesa per il 2021.
A chiudere i lavori, sono stati Chiara Ceccato di AW Lab, Salvatore Cobuzio, CEO e fondatore dell’e-commerce wedding Martha’s Cottage, e Nicola Canzian, managing partner di Digital Retex, partner ufficiale dell’app WeChat in Europa, che ha proposto una overview del retail in Cina e dei suoi nuovi modelli sul territorio. In agenda, anche una ricerca sul tema presentata da Chiara Mauri, docente sales&marketing di SDA Bocconi School of Management.
L’incontro ha dunque analizzato il rapporto tra punti vendita fisici e vendite online e i progetti di sviluppo in merito, progetti che richiedono da un lato un’attenta e profonda conoscenza dei processi e dei sistemi formativi che li governano e dall’altro una chiara visione di quali siano le esperienze di interazione che rappresentano un valore per il consumatore finale. Le diverse testimonianze hanno analizzato le difficoltà operative, legali e organizzative, ma hanno soprattutto sottolineato i benefici che può portare una migliore comprensione della rivoluzione in corso nel mondo retail.
A organizzare i lavori è stata Connecthub, società della famiglia Thun specializzata in logistica 4.0 e nata sulla scia dell’esperienza decennale di Thun Logistics. “Ci definiamo una vetrina industriale, un vero e proprio hub di innovazione a disposizione dei marchi con cui lavoriamo, da quelli della moda al food e fino agli accessori”, ha spiegato a PambiancoTv Simon Thun, cofondatore dell’azienda. “Tramite le nostre tre business unit (consulenza strategica, soluzioni digitali e logistica), connettiamo persone, tecnologie e processi per consentire alle aziende di affrontare le nuove sfide della digitalizzazione nei processi di acquisto omnicanale”, ha concluso l’AD dell’azienda Alessio Longhini.