Nel 2022 il Gruppo Ovs dovrebbe raggiungere ricavi attorno al miliardo e mezzo di euro, in sensibile aumento rispetto al fatturato 2021 pari a 1,359 miliardi di euro, con un Ebitda in forte crescita. I dati sono stati anticipati da Stefano Beraldo, CEO di Ovs dal palco di Palazzo Mezzanotte in occasione del 27° Fashion Summit Pambianco-Pwc, nel corso del quale il manager ha dichiarato che il gruppo intende continuare a investire nella collaborazione con nuovi brand, sia terzi che acquisiti, per offrire una gamma che copra diversi target di prezzo rivolti a tutta la famiglia, ricercando una buona qualità a prezzi accessibili. Un piano di crescita che spingerà anche sull’internazionalizzazione. “Abbiamo fatto la semestrale più forte della nostra storia e portato la nostra quota di mercato al 9% – dichiara -. Prevediamo un’ottima performance di bilancio 2022”.
Tra i brand in portafoglio, Ovs sta puntando soprattutto su Piombo, molto forte nel segmento maschile tanto da rappresentare circa il 7% sul fatturato del gruppo, e con buone vendite anche all’estero, dove sta per intraprendere un rilancio sul mercato americano attraverso una newco. “Con Massimo Piombo – ricorda Beraldo – abbiamo avviato anni fa una partnership sulla proposta uomo, acquisendone il marchio ma mantenendo il suo presidente come direttore creativo. Un incontro interessante tra chi era abituato ai processi e al lessico del lusso e chi, come noi, ha un’immensa macchina operativa capace di portare al pubblico a prezzi accessibili prodotti di qualità. Il connubio tra ‘talento’ e ‘fabbrica’ ci ha permesso di attrarre clienti nuovi in un momento difficile a causa del generale impoverimento del potere d’acquisto”. Un approccio che, oltre alla valorizzazione del prodotto, ha visto per il gruppo anche un restyling dei punti vendita secondo un concept più raffinato.
Più delicato ma sfidante, il lavoro di rilancio del marchio Stefanel, acquisito nel 2021 dopo anni di crisi, quando aveva una cinquantina di negozi, dei quali circa trenta all’estero, tra corner e piccoli store. Nel caso di Stefanel lo sviluppo resterà, almeno per il momento, separato dalla rete Ovs. “Ora ha 110 negozi”, afferma orgoglioso Beraldo, ammettendo, però, di essere ancora in fase di valutazione della strategia migliore da intraprendere sul fronte del prodotto. “Abbiamo da poco inserito una figura ad hoc per lo stile perché al momento l’identità del brand è confusa e non sono soddisfatto di come stiamo realizzando il prodotto. I segnali, però, sono buoni, il cliente c’è e il brand è molto amato, soprattutto in Germania, dove abbiamo aperto due negozi, a Düsseldorf e a Baden-Baden”.
In alcuni Paesi europei il marchio è molto conosciuto e apprezzato, sarebbe quindi un “peccato”, secondo Beraldo, non provare a rilanciarlo. La criticità di Stefanel, alla quale il CEO riconduce la crisi attraversata dall’azienda che l’aveva condotta all’amministrazione controllata, è stata la volontà di volersi posizionare in una fascia troppo alta. Motivo per cui Beraldo si dice convinto che riportare Stefanel all’interno di un gruppo come Ovs possa garantirgli un rinnovato slancio. Beraldo ce la metterà tutta, ma ha comunque un piano B: qualora il rilancio non dovesse funzionare, porterà la maglieria Stefanel all’interno di Ovs integrandone il know-how alle proprie competenze.
Per il futuro, Beraldo auspica un’Ovs “Piombo way” per il look, ma basata su una pluralità di marchi che rappresentino la possibilità di interazione e di scoperta di approcci nuovi. “Questa è, e sarà, la nostra challenge”, conclude il CEO.