Giunge al quinto capitolo della propria storia Roger Dubuis al Sihh 2014. Al Salone ginevrino dell’alta orologeria la maison del Gruppo Richemont presenta infatti quella che chiama la ‘quintessenza’ delle quattro collezioni del marchio (Excalibur, La Monégasque, Pulsion e Velvet), la collezione Hommage. La nuova linea di segnatempo è in realtà una riedizione, vasta e proposta esclusivamente in oro bianco e rosa, con nuovi movimenti, design e comunicazione, della prima collezione Hommage, creata dal fondatore Roger Dubuis nell’anno di nascita della maison, il 1995, come omaggio all’alta orologeria e ai suoi più alti esponenti. Anche la nuova collezione, come tutta la produzione Roger Dubuis, è certificata dal Punzone di Ginevra.
“‘Retrofuturismo’: ci riferiamo con questo termine alla collezione Hommage, con cui abbiamo voluto occupare un segmento più classico senza perdere il ‘twist’ creativo e immaginifico tipico di Roger Dubuis”, racconta a Pambianco Tv il CEO Jean-Marc Pontroué nello spettacolare scenario dello stand della maison: un allestimento tridimensionale dall’ispirazione steampunk, fatto di componenti dell’orologeria che sembrano fuoriuscire dalle pareti, al centro del quale campeggia un cucù con l’aquila, simbolo del brand e della città di Ginevra che, a ogni ora esatta, suona facendo girare su se stessi degli automi in dimensione umana che rappresentano grandi inventori e maestri orologiai e reggono i modelli Hommage.
“Per un marchio come il nostro – prosegue il CEO – è importante raccontare delle storie, che abbiano alle spalle solide basi meccaniche. I nostri competitor non sono solo i marchi orologieri ma anche le realtà che si rivolgono a una nicchia elitaria del mercato, come le automobili Lamborghini, o il business dell’arte contemporanea”. Anche la distribuzione del marchio va di pari passo con il suo posizionamento esclusivo. Ad oggi, Roger Dubuis conta 200 punti vendita nel mondo, di cui 20 monomarca e di cui 15 concessionari in Italia. “Guardiamo con interesse a piazze come Milano, Roma ma anche Parigi. Arrivare con negozi monobrand in queste location sarà una questione di opportunità”, conclude Pontroué, che non si dice preoccupato del rallentamento della casa madre Richemont nel mercato cinese. “Il nostro giro d’affari è ben bilanciato tra diversi mercati globali, e i consumatori cinesi stanno continuando a dimostrare che amano acquistare i nostri orologi soprattutto in viaggio”.