Save the Duck ha aperto le porte del suo primo monomarca. Ieri sera, il marchio di piumini 100% animal free, ha infatti inaugurato il primo flagship a Milano, in via Solferino 12. L’operazione, annunciata già lo scorso marzo, al momento dell’ingresso di Progressio Sgr come azionista di maggioranza, ha preso forma in breve tempo ed è diventata realtà: 40 metri quadrati allestiti secondo il dna del brand con materiali riciclati e riciclabili al 100%.
“Questo store rappresenta l’inizio della nostra avventura nel retail, è un vero e proprio concept che svilupperemo nei mercati che puntiamo a raggiungere come l’Asia e la Cina”, ha commentato Nicolas Bargi, AD del marchio che lui stesso ha ideato nel 2011, partendo dalle proprie convinzioni etiche. “Abbiamo denominato il concept ‘the ribbon’ perché di fatto è un fascio di luce che avvolge i nostri capi. Un piccolo spazio, che si aggancia a quella che è la nostra vendita online, in cui i clienti possono vedere e scegliere tra una selezione di prodotti”.
L’opening è solo un primo passo, il piano di aperture di Save the Duck al 2020 è ambizioso e toccherà le principali destinazioni fashion del mondo. “Abbiamo in programma di sbarcare prossimamente sull’isola tedesca Juist e in alcune località di montagna con dei pop-up store nel periodo invernale. Ma la maggior parte degli sforzi sul fronte retail si concentreranno nel biennio 2019-2020 con un investimento dedicato pari a 5 milioni di euro, rivolti sia al retail diretto che a pop-up store e shop in shop”, ha aggiunto Bargi.
Lo sviluppo retail si affincherà al network wholesale del brand, che conta 800 store italiani e 1400 punti vendita oltre confine che propongono le linee uomo, donna e bambino. Offline, ma anche online. Entro il 2020 i negozi monomarca arriveranno a fruttare il 5% sul totale del fatturato con un obiettivo a 5 anni pari al 10 per cento. Lo stesso target è stato fissato anche fronte e-commerce.
“Abbiamo chiuso il 2017 a quota 32 milioni di euro di fatturato con 600mila capi consegnati e per il 2018 puntiamo a un incremento del 12%, verso i 36,5 milioni di ricavi, con 700 mila capi consegnati. La quota export passa da un 50% del 2017, finalmente, al 55 per cento. Save the Duck può essere considerato un certificatore di stile di vita, un brand lifestyle. Non escludo che potrebbe esserci una brand extension nella stagione estiva”, ha concluso Bargi.