“Crediamo molto in questo settore, non vogliamo essere una meteora”. Le parole del presidente Maurizio Leo Placuzzi, convinto e fiero delle nuove collezioni presentate nella ‘seconda volta’ di Sicis, azienda nata nei mosaici d’arredo, a Baselworld, non lasciano dubbi. La brand extension nei gioielli e negli orologi è tutt’altro che il vezzo di un momento. A dimostrazione di ciò, il fatto che gli orologi siano passati da 8 a 71 pezzi, “e non ci basta, vogliamo crescere ancora”, sottolinea Placuzzi a Pambianco Tv.
Vere e proprie opere d’arte made in Ravenna con la tecnica del micro-mosaico, sono anche i gioielli, che includono le proposte disegnate dagli architetti Massimiliano eDoriana Fuksas. “Abbiamo scelto di collaborare con due architetti per i gioielli perché vogliamo mantenere la nostra identità, non vogliamo essere schiavi delle logiche del settore – continua l’imprenditore -. La distribuzione va di pari passo, contiamo di espanderci con una certa aggressività. Privilegeremo le gioiellerie con uno stile particolare, i migliori department store internazionali, e continueremo a investire nella nostra rete di showroom. Dopo l’apertura a Parigi lo scorso novembre, rinnoveremo il mega-showroom di Manhattan ed entro fine 2013 sbarcheremo a Singapore, Hong Kong e Manila”.
Un marchio come Sicis è tra i ‘gioielli’ del made in Italy, proprio come Pomellato e Richard Ginori, da pochissimo passati ai francesi di Kering. “Mi è molto dispiaciuto, la Richard Ginori poteva interessare anche Sicis, ma purtroppo ci ha trovato in un momento in cui la nostra mente e le finanze erano impegnate in altri settori – rivela Placuzzi – . Faccio comunque i complimenti a Gucci e mi fa piacere che Richard Ginori sia rimasta in un gruppo italiano, anche perché ritengo che solo un gruppo con una mentalità fiorentina possa gestire con successo un’azienda che è fiorentina”.