Niente quotazione all’orizzonte per Calzedonia. Ieri, Sandro Veronesi, presidente del gruppo veneto cui fanno capo l’omonimo brand, Tezenis, Intimissimi, Falconeri, Atelier Emé e Signorvino ha lasciato pochi dubbi in proposito. “Credo nelle aziende familiari, perché possono affrontare con piu tranquillità anche gli anni difficili. Ho tre figli in gamba, se vogliono andare in Borsa ci penseranno loro, per me la pagina è chiusa”, ha dichiarato il manager ai microfoni del Fashion Summit organizzato da Pambianco con PwC intitolato ‘L’industria della moda e la gestione dell’incertezza – L’impatto della crisi sui mercati e le risposte delle aziende’. Il presidente ha anche allontanato l’opportunità di acquisire nuovi brand, preferendo soffermarsi sulla crescita interna dell’azienda.
“Le sfide per un gruppo come Calzedonia in questo momento difficile – ha aggiunto a margine del suo intervento Veronesi – sono di essere molto flessibili per poter affrontare le varie condizioni di mercato nei diversi Paesi. A seconda dei momenti di apertura e chiusura, i gusti dei nostri consumatori cambiano. I nostri clienti preferiscono avere capi più comodi, ad esempio pigiami, e meno visibili tipo le calze moda”.
Il gruppo Calzedonia ha chiuso il 2019 registrando un fatturato di 2,411 miliardi di euro, in crescita del 4,7% rispetto ai 2,303 miliardi dell’anno precedente, di cui il 56% generato all’estero. Allo scorso 31 dicembre, operavano con i marchi del gruppo un totale di 4.859 negozi, di cui 3.103 all’estero e 1.756 in Italia.